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 2012  agosto 29 Mercoledì calendario

DALL’ANALISI PREIMPIANTO AL NUMERO DI EMBRIONI. LA NORMA CAMBIATA DA DICIASSETTE SENTENZE - — È

un testo punteggiato di asterischi quello che dal 2004 regola il sistema della Procreazione Medicalmente Assistita (Pma).
In corrispondenza delle norme più critiche, contestate fin dall’inizio e in parte oggetto del referendum abrogativo del 2005 (fallito per mancanza di quorum), il simboletto a stella rimanda a sentenze di tribunali e dell’Alta Corte che ne hanno via via cambiato connotazione ed eliminato molti limiti.
Oggi si possono creare più di tre embrioni in uno stesso ciclo di trattamento. Quelli in eccesso possono essere congelati e non utilizzati tutti in una volta. La diagnosi preimpianto sui frutti del concepimento è oggi un diritto per le coppie portatrici di malattie genetiche a rischio di trasmissione ai figli. La decisione di Strasburgo lo allargherà agli aspiranti genitori senza diagnosi di infertilità.
Le sentenze
Compresa quella di ieri, sono state diciassette in tutto le bocciature italiane e a livello europeo. È la prima volta che la Corte di Strasburgo interviene direttamente sulla nostra legge. Il precedente relativo alla fecondazione eterologa (tecnica con l’impiego di spermatozoi o ovociti acquistati da individui diversi dalla coppia in trattamento) riguarda infatti una norma austriaca, quindi ci ha interessati in seconda battuta.
L’eterologa
Sul divieto presente nella legge italiana si è espressa prima dell’estate la Corte Costituzionale che ha rimandato gli atti ai Tribunali. In pratica un nulla di fatto. I legali che hanno portato avanti la causa dovranno ricominciare tutto daccapo.
Il no all’eterologa sembra a questo punto l’unico pilastro della vecchia struttura normativa rimasto in piedi e risulta difficile pensare che possa essere abbattuto.
I risultati
Come dimostrano gli ultimi dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità, le modifiche introdotte finora sono servite a migliorare la percentuale di successo delle tecniche e aumentare la tutela della salute della donna.
Rispetto ai primi anni i parti trigemini sono diminuiti e nascono più bambini. Seppure accolta con grande ostilità per il rigore e l’alto numero di proibizioni la legge si è rivelata utile perché ha introdotto un sistema di trasparenza.
L’Italia non è più Far West. Oggi esiste un registro dei centri che devono comunicare al ministero i dati sulla loro attività. I limiti imposti nel testo originale hanno costretto le cliniche ad affinare la qualità delle tecniche.
Questo percorso obbligato ha costretto le cliniche, pubbliche e private, della riproduzione a darsi da fare. C’è stata una selezione naturale a vantaggio delle pazienti. Non c’è più ragione perché le donne che desiderano un bambino cerchino di risolvere le loro difficoltà all’estero. I viaggi della speranza forse costano meno, le offerte low cost impazzano. Ma non c’è garanzia di sicurezza.
I ricorsi
La sfilza di iniziative per smantellare il provvedimento è partita nel 2004. Ricorsi cosiddetti di «orientamento». I legali delle coppie volevano capire quale fosse il clima e che spazio di manovra esistesse. Nel 2007 la prima vittoria. I tribunali di Cagliari e poi Firenze autorizzano la diagnosi preimpianto sull’embrione a due coppie. Poi si passa all’assalto del divieto di fecondare più di tre ovociti contemporaneamente (per evitare embrioni in sovrannumero) e l’obbligo di trasferirli contemporaneamente in utero dopo averli ottenuti in provetta. A sollevare il dubbio di costituzionalità è nel 2008 il Tar del Lazio. Ancora nel 2008 lo stesso dubbio viene sollevato dal tribunale di Firenze.
Nel 2009 la Corte accoglie una parte delle osservazioni e scardina un altro divieto, quello sul congelamento di embrioni non impiantati. Due anni fa il giudice Antonio Scarpa di Salerno infrange un altro tabù e per la prima volta concede a una coppia fertile di effettuare la diagnosi sull’embrione, decisione presa successivamente da altri tribunali.
Questo è stato sempre uno dei punti più dibattuti. In realtà, a leggerlo attentamente, il testo non proibisce esplicitamente le indagini sui frutti del concepimento. Viene ribadito semplicemente il no alla selezione eugenetica.
Linee guida
Le norme della legge 40 vengono chiarite nelle linee guida applicative. L’ultimo aggiornamento è frutto del lavoro dell’ex sottosegretario alla salute, Eugenia Roccella. Erano riaffiorate le polemiche sul divieto alla diagnosi preimpianto che in realtà non compare. Si parla solo di divieto di selezione eugenetica che è cosa ben diversa. Il ministro attuale, Renato Balduzzi, ha inviato il testo al Consiglio Superiore di Sanità per ottenere un nuovo parere.
Margherita De Bac