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 2012  agosto 29 Mercoledì calendario

IN 8 ANNI 17 BOCCIATURE NEI TRIBUNALI COSA RESTA DELLE NORME SULLA PROVETTA


Sepolta dalle sentenze, bocciata dalla Scienza, spesso definita “inumana”.
Ciò che resta della legge 40, causa diretta di centinaia di rischiosissime gravidanze trigemine, e causa indiretta di centinaia di aborti terapeutici frutto del diktat contro la diagnosi preimpianto, è un cumulo di divieti “bruciati”. E le (poche) norme ancora in vigore, tra cui la proibizione di fecondazione eterologa o l’impossibilità di accesso alle tecniche per le donne single, sono già minate da cause e ricorsi che ne hanno messo radicalmente in discussione l’impianto giuridico. Approvata nel 2004 dopo una feroce battaglia politica, confermata da un referendum senza quorum del 2005, la legge 40 sulla “Procreazione medicalmente assistita” è stata bocciata nelle aule dei tribunali ben diciassette volte in otto anni, e con la fuga delle coppie italiane all’estero ha provocato il più grande “esodo sanitario” che si ricordi. Oggi in Italia, dopo la sentenza della Consulta del 2009, molte tecniche sono di nuovo consentite, in particolare il congelamento e lo screening genetico degli embrioni. A quest’ultimo però possono accedere soltanto le coppie sterili, e non quelle fertili pur affette magari dalle stesse anomalie genetiche trasmissibili al feto. Le coppie fertili, invece, dopo l’amniocentesi possono ricorrere alla drammatica scelta dell’aborto terapeutico... Una incoerenza appunto, come Strasburgo ha contestato all’Italia.

DIAGNOSI PREIMPIANTO:
SCREENING VIETATO DALLE ULTIME LINEE GUIDA MA DOPO LA CONSULTA LO FANNO IN TUTTI I CENTRI–
LA DIAGNOSI preimpianto è una tecnica che permette di effettuare la ricerca di alcune anomalie genetiche nell’embrione congelato. In caso di coppie portatrici di malattie come la fibrosi cistica o la talassemia, poter scegliere l’embrione da impiantare fa sì che nascano bambini sani e non gravemente malati. Vietata dalla legge 40, la diagnosi preimpianto è stata riammessa (in parte) dal ministro Livia Turco nel 2008, quindi praticata in seguito a decine di ricorsi nei tribunali, e finalmente resa legale dopo la sentenza della Consulta del 2009. Eliminando il divieto di congelare gli embrioni la Consulta ha infatti permesso che i centri ricominciassero gli screening pre-natali. Nel 2011, ultimi giorni del governo Berlusconi, il sottosegretario Roccella deposita nuove linee guida in cui si ribadisce l’illegittimità della diagnosi preimpianto. Molti centri però, a Roma, a Milano e a Catania continuano ad effettuarla senza problemi.

EMBRIONI:
SCOMPARSO L’OBBLIGO DI IMPIANTARNE TRE ORA È IL GINECOLOGO A SCEGLIERNE IL NUMERO–
CON la sentenza della Corte costituzionale del 2009 alcuni divieti della legge 40 vengono sepolti per sempre. Tre in particolare, considerati i più rischiosi e antiscientifici: il limite di produzione di tre embrioni per la coppia che si sottoponeva alla fecondazione assistita, il divieto di congelamento di questi e l’obbligo per il ginecologo di impiantare contemporaneamente tutti e tre gli embrioni nell’utero della paziente. Una tecnica pericolosissima per le donne, che restano spesso incinte di tre gemelli, con gravidanze che si concludono in parte con drammatici aborti spontanei. Migliaia di coppie abbandonano l’Italia per poter congelare gli embrioni ed evitare dolorosi e ripetuti cicli di stimolazioni ormonali. Dopo la sentenza del 2009 della Consulta, i centri pubblici e privati hanno ricominciato a congelare gli embrioni e il ginecologo può oggi decidere autonomamente quanti embrioni impiantare nella donna.


ETEROLOGA:
IMPOSSIBILE CONCEPIRE CON L’AIUTO DI DONATORI L’UNICA STRADA RESTANO I VIAGGI DELLA SPERANZA–
TRA i punti cardine della legge 40, ciò che oggi in Italia resta in vigore è il divieto di fecondazione eterologa, ossia la possibilità di concepire un bambino con il seme di un donatore o l’uovo di una donatrice. Legale fino al 2004, prima cioè dell’arrivo della legge sulla procreazione medicalmente assistita, quando in Italia esistevano vere e proprie banche del seme, e le prime donazioni di ovociti, oggi la fecondazione eterologa è una tecnica a cui ricorrono circa il 50 per cento delle coppie sterili. Ed è questa una delle voci principali del cosiddetto “turismo procreativo”, cioè coppie che partono dal nostro Paese per fare la fecondazione eterologa all’estero, in Spagna in particolare. Nella primavera scorsa la Corte costituzionale si è occupata di fecondazione eterologa, rimandando però gli atti ai tribunali da cui erano partiti i ricorsi. Di fatto una “non decisione” che ha lasciato intatto il divieto.

ACCESSO:
ALLE TECNICHE AVERE UNA MALATTIA GENETICA NON BASTA SOLO CHI È STERILE HA DIRITTO A PROVARCI–
E’ SUL fronte dell’accesso alle tecniche di procreazione assistita che la Corte di Strasburgo ha espresso un duro giudizio sull’Italia. La legge 40 prevede che possano ricorrere alla “provetta” soltanto le coppie sterili, sposate o di fatto, mentre sbarra la strada a donne single, coppie gay o lesbiche. Una legislazione in netto contrasto con il resto d’Europa, Spagna, Inghilterra e Belgio in particolare, dove possono diventare madri anche le donne single, con il ricorso alla banca del seme, o l’adozione di un embrione. Resta vietato in quasi tutta Europa (tranne che in alcuni stati come l’Ucraina) l’utero in affitto. Ma la particolarità tutta italiana è che vengano a escluse dalla “provetta” coppie fertili che possono concepire da sole. Anche coppie con anomalie genetiche e che invece attraverso la fecondazione in vitro, e dunque lo screening sull’embrione, potrebbero mettere al mondo bambini sani.