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 2012  agosto 29 Mercoledì calendario

A ntonio Pietrangeli è stato un regista delle donne come si dice per comodità di classifica (uno dei primi a parlare di colf in Il sole negli occhi), ma anche l’illustratore intelligente di un souvenir d’Italie che si deteriorava giorno dopo giorno, omologandosi alla morale facile, all’arrivismo, all’interesse che viene rigorosamente prima nella sicurezza che tutto si può barattare, a partire dal sesso: Io la conoscevo bene, appunto, è il suo titolo capolavoro

A ntonio Pietrangeli è stato un regista delle donne come si dice per comodità di classifica (uno dei primi a parlare di colf in Il sole negli occhi), ma anche l’illustratore intelligente di un souvenir d’Italie che si deteriorava giorno dopo giorno, omologandosi alla morale facile, all’arrivismo, all’interesse che viene rigorosamente prima nella sicurezza che tutto si può barattare, a partire dal sesso: Io la conoscevo bene, appunto, è il suo titolo capolavoro. Oggi consigliamo Fantasmi a Roma, una sua più innocente e deliziosa commedia, poco all’italiana, mai volgare, girata nel fatidico 1960, anno d’oro del nostro cinema: è un prodotto medio che oggi sarebbe da Oscar. Pietrangeli, regista di donne in equilibri delicatissimi (La visita, La parmigiana), ottimo direttore di attrici (la Spaak, la Milo, la magnifica Sandrelli senza un attimo di consapevolezza), affronta un racconto gotico romano: un antico palazzo, morto il nobile proprietario, rischia di essere demolito per speculazione edilizia. Così i fantasmi degli antenati, galanti e meno, si adoperano, come spesso è accaduto nel cinema, affinché l’affare non si concluda, complice un falso dipinto e con uno schiaffo ai meschini interessi della piccola borghesia senza storia e senza valori pronta alla volgarità del boom. Un film di spettri, dunque, nel filone infinito del paranormale, ma non di paura, basti pensare che la divertita sceneggiatura è scritta da Ennio Flaiano, che quell’anno aveva scritto anche La dolce vita, ed Ettore Scola. Nel cast ci sono glorie del cinema e del teatro, i quattro ectoplasmi, resi con una tecnica per i tempi prodigiosa, sono Marcello Mastroianni, anch’egli nell’anno di culto della sua popolarità, Vittorio Gassman (con Mastroianni nella foto) lanciato nell’orbita della commedia dai Soliti ignoti dopo tanti antipatici e tanti Shakespeare in matinée per anziane fans e due grandi del palcoscenico, Tino Buazzelli — che tre anni dopo sarà il Galileo di Brecht con Strehler — ed Eduardo de Filippo, qui in un incontro fortunato col cinema. Dirige l’orchestra sentimentale Nino Rota, autore della colonna sonora, e tra le gentili signore ci sono due bellissime, Belinda Lee e Sandra Milo, non ancora Sandrocchia, una ex come Franca Marzi e una gran signora del teatro come Lilla Brignone.