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 2012  agosto 12 Domenica calendario

Torna Rhonda Byrne, l’arte di pensare positivo In 20 milioni di copie - «Quando sei a corto di sol­di, l’ultima cosa che ti verrebbe in mente è di essere grato dei conti da pagare, eppure è proprio così che devi sentirti se vuoi che arrivi altro denaro»

Torna Rhonda Byrne, l’arte di pensare positivo In 20 milioni di copie - «Quando sei a corto di sol­di, l’ultima cosa che ti verrebbe in mente è di essere grato dei conti da pagare, eppure è proprio così che devi sentirti se vuoi che arrivi altro denaro». Se ad alcuni la frase precedente sembra un controsenso, si­gnifica che non conoscono la filosofia esi­stenziale di Rhonda Byrne. E forse nem­meno Rhonda Byrne, ovvero uno dei veri casi editoriali degli ultimi decenni. Un piccolo marchio tra new age e manualisti­ca, Macroedizioni, portò in Italia il suo primo megaseller, The Secret , alla fine del 2007. Poi però quel libretto, esattamente come era già accaduto in altri 30 paesi, per 7 milioni di lettori negli Stati Uniti e al­tri 16 milioni nel resto del mondo, prese il volo: 200mila copie vendute in pochi me­si. Ai successivi due titoli è toccato perciò in sorte un grande marchio come Monda­dori, che ora ha acquisito anche il primo. E così l’ultimo successo firmato Rhonda Byrne, The Magic (pagg. 254, euro 12), a poco più di un mese dall’uscita ha di nuo­vo scalato le classifiche. Ma chi è Rhonda Byrne e che cosa con­tengono questi volumetti misteriosi, che sono uno il parto dell’altro? Quello che ora è diventato uno dei fenomeni di co­municazione più interessanti del mon­do- e un vero e proprio logo che compren­de un team di lavoro organizzato per ge­stire tutti i canali di comunicazione lega­ti alle uscite di libri, dvd, cd, nonché i tour della Byrne e dei suoi collaboratori in gi­ro per il mondo oltre alla gestione delle re­lazioni con oltre 25 milioni di fan - era una semplice producer televisiva austra­liana, classe 1951, minuta e dagli enigma­tici e mesmerizzanti occhi blu, molto si­mili a quelli della sua conterranea Nicole Kidman. La genesi dei suoi scritti è costituita da momenti or­mai divenuti to­pici per i suoi lettori affezio­nati: suo pa­dre, il suo «fa­ro », era appe­na morto e la sua vita anda­va a rotoli quan­do mise le ma­ni sul sag­gio da­tato 1910 e inti­tolato Come di­ventare ricchi , opera di Walla­ce Wattles, un trattato su come fare soldi che non solo sarebbe piaciuto un sacco a Paperon de’ Paperoni, ma che permise al suo autore di diventare il padre del New Thought e dare la stura a quella filosofia self-help ti­picamente statunitense che credevamo sepolta insieme agli yuppie anni Ottanta e Novanta.La Byrne non solo l’ha resusci­tata, ma ha avuto la geniale intuizione, metà figlia del marketing e metà dell’an­tropologia culturale, di sposare senza scrupoli materialismo e spiritualismo, aiutata dalla necessità di una guida spiri­tuale economica derivante dalla crisi. Mescolando sapientemente Deepak Chopra, Anthony De Mello, JFK, Ein­stein, l’Elizabeth Glbert di Mangia prega ama e l’Aquila Grigia di Rosemary Altea, la Byrne ha creato così dei formulari sen­za dubbio meno sofisticati e alti delle «48 leggi del potere» di Robert Greene, ma si­curamente più accessibili. La prima volta in cui Rhonda ebbe mo­do di spiegare ag­li americani chi era Wal­lace Wattles e come funzionava la «visua­lizzazione creativa» su cui si basano an­che i blockbuster della Byrne, fu durante uno degli show televisivi più famosi degli Usa, quello di Oprah Winfrey. Oprah de­dicò due puntate consecutive alla filoso­fia di The Secret . Da quel momento, del li­bro si occupò persino il Wall Street Jour­nal e in breve balzò al primo posto della classifica di vendite del New York Times , classifica in cui rimase per 190 settimane dall’uscita, fino a che Usa Today lo infilò tra i 20 veri bestseller degli ultimi 15 anni e Time inserì la Byrne tra le 100 persone più influenti del pianeta («È un onore de­dicato all’umanità, visto che sono una co­sa sola con essa», ha commentato quan­do lo ha saputo). In quel primo libro,veni­vano elencati 29 maestri dell’universo se­condo i quali «un segreto»è stato traman­dato fino a noi: appunto la legge di attra­zione di Wattles, ovvero «Pensa una cosa e l’universo ti aiuterà ad ottenerla». Co­me dire: Pensa una cosa e l’avrai. Come dire: Yes We Can. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di fiction à la Harry Potter o Codice da Vinci camuffata da perle di saggezza. Al­tri che il semplice buon senso, in un mondo in cui si crea­no bolle finanziarie da miliardi di cui nes­suno si accorge, di­venta magia. Fatto sta che a dare credibi­lità alla Byrne è stato soprattutto il modus operandi suggerito ancora una volta da Wattles,ex braccian­te agricolo d­ell’Illino­is poi predicatore me­todista, cacciato per eresia, poi candidato socialista: ispirato da un pragmatismo puro, era il primo a chiedere ai suoi letto­ri di testare in prima persona le sue teorie piuttosto che pren­derle per buone sulla parola e affermava di aver sperimentato i suoi metodi su se stesso e sui propri ca­ri prima di farne dei li­bri. Sarà per questo che fu proprio The Se­cret l’unico libro sfo­derato dalla trasgres­siva Samantha Jones nel primo film tratto da Sex and the City . E sempre The Secret è il libretto che il capita­no del Barcellona Carles Puyol distribuisce negli spogliatoi per dare conforto alla squadra nei mo­menti bui. E sempre The Secret era l’accer­tata lettura preferita degli atleti delle Olimpiadi di Pechino (su Londra non so­no ancora giunte notizie), molti dei quali hanno dichiarato apertamente di esser­sene portata una copia in Cina perché li aiutava a «pensare positivo».