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 2012  agosto 11 Sabato calendario

SPENDI 1 INCASSI 1.868: LA “MAGIA” DEI RIMBORSI REGIONALI

Tombola! Altro che titoli di Stato, più redditizi degli investimenti nelle imprese secondo la cruda analisi di Mediobanca sulle condizioni per la crescita economica in Italia. Nella sua classifica sulla redditività, infatti, piazzetta Cuccia non ha tenuto in considerazione l’ipotesi di fondare un movimento politico, o anzi una semplice lista elettorale, da presentare anche in una sola regione. Numeri alla mano, una scelta di questo genere straccia ogni concorrenza, produttiva o meno, e supera in volata anche le chance offerte da una buona fetta delle tante lotterie e giochi di Stato. Per rendersene conto basta guardare al nuovo referto appena sfornato dal Collegio di controllo sulle spese elettorali della Corte dei conti, che ha fotografato la situazione dei «rimborsi» ai partiti scattati con le Regionali del 2010.
I «migliori»
In base ai dati ufficiali, a stracciare ogni record di redditività elettorale è il rassemblement di Mpa, Nuovo Psi, Pri e Italiani nel mondo che si è presentato in Campania. A sostegno di Stefano Caldoro, eletto Governatore, ha raccolto poco meno di 160mila voti, il 5,79% del totale, ma in base ai rendiconti presentati (e giudicati formalmente legittimi dai magistrati contabili) ha speso solo 730 euro. I 545mila euro abbondanti raccolti finora, quindi, gli hanno fatto vincere 747 volte la posta. E siamo solo alla seconda rata, mentre si attendono le tranche 2012, 2013 e 2014, che in mancanza di cambi di rotta potrebbero il «rimborso» finale a superare quota 1,36 milioni: con il risultato di trasformare ogni euro speso in 1.868 euro di fondi statali.
Rinunce e ripescaggi
I "tassi di rendimento" più stellari vanno ai partiti più piccoli, per una ragione matematica. Dietro alla mini-coalizione campana si piazza la lista Scopelliti presidente, che ha appoggiato l’attuale Governatore della Calabria e ha già ricevuto il 6.072,1% di quanto speso. Sarebbe andata molto bene anche al Movimento 5 Stelle, che in Emilia ha già maturato il diritto a rimborsi pari al 3.447,4% delle spese sostenute, mentre in Piemonte si ferma per ora al 1.616,6%. Nel caleidoscopio di 45 liste registrate dal referto della Corte dei conti, però, il Movimento 5 Stelle è l’unico ad aver rinunciato ai rimborsi. Altre 7 liste che avevano perso il diritto per ritardi e problemi vari nella presentazione dei documenti, hanno trovato una manina gentile che nel «Milleproroghe» di fine 2010 ha allungato i termini.
Meccanismo inarrestabile
Nella prosa istituzionale della Corte dei conti, le distanze siderali fra spese sostenute e rimborsi incamerati diventano «forti discrasie», destinate a rafforzarsi ulteriormente nei tre anni che mancano alla fine di questa nuova pioggia di finanziamenti. La norma approvata a luglio per mettere regole più stringenti nel tentativo di arginare la spinta «anti-casta» è fedele ai principi generali delle leggi e dispone solo per il futuro. Nulla ferma il meccanismo avviato dalle regionali 2010 che, nonostante qualche sforbiciata ai fondi, si manterrà fedele alle regole generali dei «rimborsi» modello seconda Repubblica, che dal ’94 a oggi hanno garantito a partiti e movimenti 2,3 miliardi di rimborsi: il 339% di quanto speso ufficialmente. In realtà, almeno per le regionali, ci si potrebbe fermare qui, dal momento che le prime due rate delle cinque previste hanno già superato le spese ufficiali complessive.
I grandi partiti
Con questa prospettiva, comunque, non è il caso di allarmarsi nemmeno per i partiti maggiori, che nelle tabelle appena elaborate dalla Corte dei conti leggono cifre meno eclatanti di quelle che accompagnano i movimenti minori. Tra le formazioni presenti anche in Parlamento, è la Lega Nord a volare più in alto nel cielo dei rimborsi grazie ai successi elettorali del passato recente. Le Regionali 2010 hanno già portato in via Bellerio 9,5 milioni di euro, cioè il doppio abbondante di quanto speso. Dietro al Carroccio si piazzano Pd e Idv, con il 140%, mentre il Pdl si limita per ora a pareggiare i conti e l’Udc deve aspettare le prossime tranche per mettersi al sicuro.
Il cantiere della riforma
La legge appena approvata, insomma, potrà ridurre la redditività della politica del futuro, ma il gruppo guidato dall’ex premier Giuliano Amato sembra aver ancora molto da fare per trasformare i rimborsi elettorali in «contributi ragionevoli, attribuiti in base a criteri obiettivi e giusti». La richiesta, testuale, è stata formulata dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa: ora bisognerà vedere se queste parole avranno la stessa risonanza ottenuta fin qui da altri «moniti» europei.