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 2012  agosto 11 Sabato calendario

«È solo negli incontri di calcio che l’Italia batte la Germania?». La risposta al dilemma che si poneva alla fine degli Europei 2012 Jim O’Neill, presidente della Goldman Sachs Asset Management, sembra proprio essere sì, guardando al bilancio 2011 della quinta banca d’affari americana

«È solo negli incontri di calcio che l’Italia batte la Germania?». La risposta al dilemma che si poneva alla fine degli Europei 2012 Jim O’Neill, presidente della Goldman Sachs Asset Management, sembra proprio essere sì, guardando al bilancio 2011 della quinta banca d’affari americana. Nonostante le raccomandazioni positive ai clienti sui nostri titoli di Stato, Goldman Sachs considera nettamente più forte la nazionale tedesca dei Bund. Non c’è proprio partita, visto che per fare affari sul nostro mercato - ma al tempo stesso stare al riparo dalla tempesta dell’euro - il colosso finanziario Usa si è coperto dal rischio Italia con i Bund tedeschi, le obbligazioni considerate più sicure in Europa. Per vedere l’autogol basta guardare la tabella di pagina 212 dell’Annual Report 2011 e la nota a piè di pagina. I dieci miliardi di euro di operazioni cross-border che Goldman Sachs ha effettuato con banche italiane (6,1 miliardi), il governo (3 miliardi) e altri soggetti sono interamente garantiti da titoli di Stato tedeschi. Così Goldman Sachs è libera di giocare la partita degli affari in Italia ma a rischio zero, come il valore dei rendimenti dei bond tedeschi. Certo la strategia di ridurre i rischi verso i Paesi più fragili dell’Eurozona è comune a tutte le grandi banche d’affari americane, da Morgan Stanley a Jp Morgan, anche a causa del pressing della banca centrale Usa. La Federal Reserve sta chiedendo infatti alle banche piani precisi per prevenire il collasso in caso di gravi problemi, come per esempio il crac dell’euro. Ma quel che ieri ha fatto montare su tutte le furie i politici italiani è scoprire che Goldman Sachs, che è un super consulente del ministero dell’Economia, ha deciso di vendere (nel secondo trimestre) proprio i nostri titoli di Stato per una cifra di 2,3 miliardi di euro, riducendo così la posizione sul nostro debito a 191 milioni dai 2,5 miliardi di fine marzo. Un taglio secco del 92% che peraltro arriva poco dopo che il ministero ha affidato a Goldman un importante incarico nell’operazione di cessione alla Cassa Depositi e Prestiti della quota di Fintecna, posseduta dal Tesoro. Uno schiaffo che fa presto a trasformarsi in bagarre politica. «Il governo Monti nomina la Goldman Sachs advisor per delicate vicende - replica duramente il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri - e questa centrale di affare vende i titoli di Stato italiani che aveva acquistato. È una vicenda che offende la dignità dell’Italia. Si revochi l’incarico affidato a chi si comporta così condizionando l’andamento dei mercati. O consulenze e rapporti del passato e del presente impediscono una scelta di chiarezza?». Gasparri allude al ruolo che Monti ha avuto come international advisor per conto di Goldman. Ma in Italia non è un mistero che molti ex Goldman boys sono ai vertici di blasonate istituzioni. Mario Draghi, oggi presidente della Bce, è stato, dal 2002 al 2005, vicepresidente e membro del management Committee Worldwide di Goldman Sachs; mentre Massimo Tononi, presidente di Borsa italiana, è stato partner della banca e poi advisory director. E i rapporti con lo Stato italiano sono di lunga data: Goldman si è occupata delle aste del Tesoro sul debito pubblico e di recente è stata consulente della Cdp per la separazione di Snam dall’Eni. E i legami sono forti anche con le famiglie del capitalismo italiano. Insieme ai Benetton è azionista di Sintonia (9,9%), la holding di Atlantia e con Mediaset ha investito in Endemol, la società del Grande Fratello, e dei Ligresti è stata consulente per Fonsai. Affari e parcelle da milioni di euro.