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 2012  agosto 11 Sabato calendario

MILANO —

Da oggi, mettersi in viaggio con l’auto sarà più caro e il ferragosto, sul fronte dei prezzi dei carburanti, si preannuncia caldissimo. Complici le quotazioni internazionali che continuano ad aumentare e la debolezza dell’euro sul dollaro, il pieno è destinato ad aumentare. Il prezzo internazionale della benzina si è attestato ieri a 664 euro per mille litri (+9%), quello del diesel a 684 euro per mille litri (+6%). Aumenti che hanno cominciato subito a ripercuotersi sui listini. Ieri mattina, nella modalità «servito», si è registrato un nuovo aumento delle medie ponderate nazionali tra le diverse compagnie: la benzina è salita a 1,877 euro al litro (+0,3 centesimi), il diesel a 1,778 euro al litro (+0,2 centesimi). Il 17 luglio i prezzi medi nazionali erano 1,837 euro per la verde e 1,734 euro per il gasolio. In base alla rilevazione della Staffetta Quotidiana, a mettere mano ai listini sono state ieri Esso e Shell. «Per la prima registriamo un rialzo di un centesimo su entrambi i prodotti, con la verde a 1,892 euro e il gasolio a 1,798 euro. Per la compagnia anglo-olandese il rialzo è di 1,5 centesimi, con la benzina a 1,893 euro e il diesel a 1,80 euro». Livelli che per la benzina si avvicinano ai picchi di marzo-aprile, quando un litro era volato a 1,905 euro, e che per il diesel superano il precedente record a 1,785 euro. Se con maggio era cominciata la discesa, ora si torna di nuovo a salire.
E non è finita. Oltre al cambio euro-dollaro e alle quotazioni internazionali, oggi c’è un’altra causa che contribuisce all’aumento dei prezzi: una nuova accisa. Per rendere strutturale il bonus per i gestori carburanti e fare fronte alla riscossione agevolata delle imposte nelle zone terremotate dell’Abruzzo, le aliquote dell’accisa saliranno di 4,2 euro per mille litri. Incremento che si traduce in +0,51 centesimi al litro, Iva compresa. La nuova tassa, prevista dalla legge Stabilità del novembre 2011 genererà - secondo i calcoli del Quotidiano Energia - maggiori entrate per le casse dello Stato pari a 65 milioni di euro. Ufficialmente le accise sono tasse di scopo, che dovrebbero coprire i costi di un’emergenza. Ma negli anni si è instaurata l’abitudine a mantenerle, anche quando l’emergenza è finita da tempo, visto che tuttora si pagano i 7 millesimi previsti per la crisi di Suez del 1956 e addirittura il millesimo sommato per la guerra di Abissinia del 1935. Dall’inizio del 2011 le accise sulla benzina sono aumentate di 16,44 centesimi, mentre quelle sul diesel di 19,44 cent, a cui va ad aggiungersi l’effetto moltiplicatore dell’Iva. L’ultimo incremento, di 2,42 centesimi Iva compresa su entrambi i prodotti a favore del terremoto in Emilia, risale allo scorso giugno, quando tuttavia non si riversò sui prezzi al consumo anche approfittando della discesa delle quotazioni internazionali. A conti fatti, le accise pesano più del doppio dell’Iva, che dalla fine dell’anno scorso è salita al 21 per cento e potrebbe andare al 23% l’anno prossimo.
Che rincari dobbiamo aspettarci, quindi? Questa la previsione di Luca Squeri, presidente di Figisc Confcommercio: «La quotazione del greggio è aumentata attestandosi sui 93 euro/barile. Le tendenze del mercato internazionale fanno supporre che nei prossimi giorni ci siano le condizioni per un aumento dell’ordine di 1,5 centesimi al litro». Con buona pace della guerra degli sconti, inaugurata dall’Eni nei prezzi del fai da te durante il week end.
Fausta Chiesa