Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  agosto 10 Venerdì calendario

DEBITO, IL GOVERNO PUNTA SUI TAGLI STUDIATI DA GRILLI

Sarà un Consiglio dei ministri per mettere a punto le strategie dopo la ripresa. Una ripresa che arriverà subito, visto «che le ferie saranno ridotte a una sola settimana», commenta un esponente di governo. Ma già per oggi il Professore ha preteso che i ministri inviassero un rapportino per illustrare le cose fatte in questi nove mesi e, soprattutto, quelle da fare in tema di tagli alla spesa. Il tema sul tavolo è noto: la crisi economica, i mercati che non si fidano dell’Italia, gli spread che ballano. Eppure, un passetto alla volta, il governo svolge i compiti che si era assegnato. Per dire, sempre oggi, il consiglio dei ministri affronterà un tema che forse pare minore, ma che non lo è ai fini della modernizzazione del Paese, quale il nuovo sistema di valutazione della scuola, dei professori e degli studenti.

Si sa già quali saranno gli ingredienti della discussione che si aprirà stamani alle 10 a Palazzo Chigi: la solidità delle imprese italiane che, ragiona una fonte di «governo al momento sono solide» ma anche la Bce che nonostante il «bollettino di guerra» appena stilato si dimostra un baluardo a difesa dell’euro. E poi, naturalmente, l’altro oggetto di discussione sarà il debito pubblico: modalità e tempi per abbatterlo. E sul tavolo, al di là delle proposte, c’è «la bozza messa a punto dal ministro del Tesoro Vittorio Grilli. È su quella che si comincerà a ragionare», fanno capire fonti di governo. Anche perché si sostanzia, «ogni qualvolta si sono immaginate operazioni di finanza straordinaria sui beni immobiliari per erodere la montagna del debito, queste non hanno prodotto effetti concreti». Come dire: tutte le volte che si è discusso per l’alienazione dei beni il flop è stato clamoroso.

Insomma, si riparte da Grilli e dall’ipotesi di un programma pluriennale di vendita di beni pubblici per circa 15-20 miliardi, poi in prospettiva si capirà, «tenuto conto - si ragiona - che alla fine fra tante analisi e proposte il tema centrale resterà l’avanzo primario». Unito all’indice di arretramento del Pil che per la Bce si attesterebbe intorno a due punti percentuali.

Dunque, su questi temi l’esecutivo comincerà a confrontarsi. Con l’obiettivo di «indicare un itinerario» da qui fino al prossimo governo. Senza ovviamente dimenticare la seconda fase della spending review che nelle intenzioni del governo dovrebbe riguardare per altri 10 miliardi circa gli Enti locali, quindi il riordino della agevolazioni fiscali attraverso la legge di stabilità del prossimo ottobre le cui linee generali sono state messe nero su bianco dall’esecutivo Monti con il decreto appena approvato della stessa spending review.

Fin qui, naturalmente, l’ordinario nella «straordinaria» congiuntura economica, tenendo lontane le ipotesi di un improvviso peggioramento di mercati e borse. Che pure esistono e ruotano intorno alla discussione circa il ricorso allo scudo antispread. Per ora sull’argomento non ci sono decisioni, ma è chiaro che il tema resta caldissimo. E anche di questo, ovviamente, il premier Mario Monti ha parlato ieri telefonicamente con il leader del Pd Pierluigi Bersani. Una telefonata, dopo l’incontro di mercoledì scorso con Alfano e Casini, «per un scambio di vedute sulle prospettive - recita la nota di palazzo Chigi - dell’attività di governo fra ora e la fine della legislatura» con riguardo ovviamente alla «politica sociale e economica, intesa a rafforzare la messa in sicurezza del nostro Paese rispetto alla crisi».

Capitolo di questa partita anche i Comuni, cui il governo dovrà sdoganare un anticipo nei trasferimenti. Specie per quelli che hanno incassato meno del previsto dal gettito Imu (Napoli in testa). Possibile, quindi, un decreto che anticipa i trasferimenti finanziari a tutti i Comuni per 1,2 miliardi di euro.