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 2012  maggio 22 Martedì calendario

Per Fazio e Saviano un cachet stellare La7 conta le perdite - Fazio ha guadagnato circa cin­quecentomila euro

Per Fazio e Saviano un cachet stellare La7 conta le perdite - Fazio ha guadagnato circa cin­quecentomila euro. Saviano più o meno trecentomila. Ma a La7 è ri­masto in mano un buco di circa un milione e mezzo di euro. È finta co­sì la super raffinata e incensata operazione Quello che (non ho) : parole bellissime che si sono in­frante contro il mercato. Certo, bi­sogna distinguere: la tripletta di se­rate dal Salone del Libro è stato un grande evento e una riuscita ope­razione d’immagine che si tradur­rà in riscontri positivi anche in fu­turo per la rete. Dall’altra parte,pe­rò, bisogna fare i conti con i freddi numeri: La7 non vive di denaro pubblico, può usare i soldi come gli pare, ma i possibili acquirenti stanno a guardare. E i numeri dico­no che quella di Fazio- Saviano è ri­sultata un’operazione in perdita, e pure di tanti soldi. I conti dovreb­bero essere questi: incassi derivan­ti dalla pubblicità circa 1,9 milioni di euro. Costo complessivo delle tre serate: circa 2,7 milioni di euro. A cui vanno aggiunti i compensi dei due presentatori (di grosso cali­bro e dunque di grosso costo): co­me detto intorno a mezzo milione per Fazio e a 300mila per Saviano (lo scrittore ha un contratto qua­dr­o di importo superiore che com­prende presenze in altri program­mi). Dunque: il costo totale si aggi­ra sui tre milioni e mezzo. In sostanza, gli spot (quattro bre­ak a serata) non sono stati suffi­cienti per coprire le spese. Ciò nul­la toglie alle performance dello scrittore e del conduttore e dei nu­merosi e pregiati ospiti che hanno riflettuto sul significato delle paro­le, però qualche pesante interroga­tivo lo suscita. Se neppure una cop­pia formidabil­e come quella di Fa­zio e Saviano riesce a reggere l’im­patto con il mercato, come potrà mai pensare una piccola televisio­ne come La7 di risanare il proprio bilancio in perenne perdita, so­prattutto in vista di una futura ven­dita? Nell’immediato c’è da doman­darsi se i dirigenti de La7 avessero previsto una buco così forte. Pare che gli esperti del marketing e della Cairo pubblicità (che raccoglie gli spot per le reti Telecom) si aspettas­sero ascolti più alti di quelli pur otti­mi realizzati dal programma (la media delle tre serate è pari a 2 .869.000 spettatori e 12,67 per cen­to di share) pensando di abbattere il muro dei tre milioni di spettatori. In parte, si è anche voluto protegge­re il programma interrompendolo il meno possibile con i break. Co­me era stato fatto per Marco Paoli­ni: in quel caso neanche uno spot nella bella trasmissione dedicata a Galileo, però un gran regalo per il pubblico colto della rete. Forse la questione si spiega nel confronto con un canale più grande: su Raiu­no uno show di prima serata costa all’incirca un milione e realizza,se va bene, una media del 20-25 per cento di share. Quindi, nonostan­te gli spot di Quello che ( non) ho sia­no stati tutti comprati - e a prezzi molto superiori a quelli di listino ­gli incassi mai avrebbero potuto co­prire uno show così costoso. So­prattutto in questo periodo di crisi in cui le aziende investono poco in pubblicità. Comunque a La7 puntano ad al­tri ritorni. Oltre al fattore-immagi­ne (e alla dimostrazione delle po­tenzialità enormi della rete), an­che il forte volume di «visualizza­zioni »realizzato sul web (80-90mi­la) e le future iniziative editoriali co­me dvd e libri. Si vedrà: intanto il buco di un milione e mezzo di euro si va ad aggiungere agli altri del bi­lancio de La7. Chissà che ne pensa­no ora in Rai: la coppia il prossimo anno dovrebbe tornare su Raitre con l’originale Vieni via con me , ma tranquilli,lì c’è il canone a dare una mano.