Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 13 Domenica calendario

Alla fiera delle armi la crisi è sconosciuta - Il settore armamenti sembra non cono­scere crisi: 1

Alla fiera delle armi la crisi è sconosciuta - Il settore armamenti sembra non cono­scere crisi: 1.740 miliardi di dollari spesi nel 2011 secondo il rapporto annuale dello Stockholm Peace Research Institute. Né le agitazioni dei mercati finanziari, né tantome­no gli eventi siriani degli ultimi mesi- oltre set­temila morti e tonnellate di armi che conti­nuano a entrare nel Paese degli Assad senza una paternità precisa - hanno impedito lo svolgimento del Sofex 2012 ad Amman. La ca­pitale della Giordania ha infatti ospitato lo «Strategic operation forces expo» (Sofex), la biennale degli armamenti più importante del Medio oriente. Subito un successo. Senza polemiche sulla presenza di Stati ca­naglia- assenti solo Iran e Siria fra gli habitué - hanno partecipato 300 generali provenienti da 70 Paesi. Naturalmente, a farla da padroni sono ancora gli Stati Uniti, primo Paese pro­duttore ed esportatore di armi nel mondo no­nostante una flessione dell’1,2%. Anche se la Cina, in pochi anni, ha investito miliardi di eu­ro nel rinnovamento del proprio esercito, unico tassello di una potenza mondiale che si era sviluppato meno di altri settori, ad esempio l’economia. Al Sofex, invece, la Re­pubblica popolare cinese è risultata fra i Pae­si più attivi della compravendita. Segno che il governo comunista ha accelerato anche da questo punto di vista: +6,7% degli investimen­ti nel 2011. Fra contraddizioni evidenti e novi­tà, il Sofex conferma che si può tagliare su tut­to, ma non sul settore Difesa e armamenti. Dove si continua a investire anche sulla ricer­ca ( vedi i nuovissimi droni dotati di riconosci­mento dei volti che, magari, eviteranno figu­racce come quella fatta mesi fa dall’America: quando uno dei suoi aerei senza pilota si è «perso» nel deserto iraniano). La contraddizione più evidente di questo mercato sta nel divieto di vendere armamen­ti­ai cosiddetti Stati canaglia, da parte proprio dell’America.Perché clausole ad hoc permet­tono comunque a Washington di esportare, selezionando ricche commesse. Assicuran­dosi affari, ad esempio, con i Paesi considera­ti «amici della Giordania». Quindi quasi tutti. La Giordania, infatti, ha assunto un ruolo stra­tegico in Medio Oriente grazie all’attivismo di re Abdallah.Il monarca«diplomatico».Do­po aver ospitato i recenti colloqui di pace, sep­pure in una fase preliminare, tra palestinesi e israeliani,ora promuove l’evento più impor­tante del pianeta per gli armamenti, infi­schiandosene della cri­si e infiocchettandolo come una qualsiasi fie­ra. Pistole, mitra. Altra contraddizione se si pensa alla volontà di stabilizzare l’area. Ar­mi pesanti, missili e pu­re carri armati di ulti­ma generazione. Fino ai gettonatissimi dro­ni, gli aerei senza pilo­ta di cui, stando a un re­cente sondaggio, un americano su dieci vor­rebbe dotarsi anche in forma amatoriale. La Giordania è considera­ta talmente all’avanguardia nel settore belli­co che in questi giorni ospita anche esercita­zioni militari vere e proprie. Non solo le spet­tacolarità delle proprie Forze aeree, i caccia cari al monarca che fanno bella mostra al So­fex, ma prove di guerra terrestre a tutti gli effet­ti. All’operazione Eager Lion,che vede prota­gonisti forze speciali americane, prenderan­no parte anche 42 uomini provenienti dai re­parti italiani. Israele non risulta invece nel lungo elenco degli espositori del Sofex.