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 2012  maggio 13 Domenica calendario

DAL NOSTRO INVIATO

ATENE — È l’unica madre contenta che il figlio stia facendo il servizio militare. «Un modo per rinviare la disoccupazione. Ha 24 anni, è laureato in Scienze politiche, anche lui sa che i pochi posti disponibili sono già presi». Eleni Nikolaidou è esperta in tragedie antiche (ha studiato quelle di Sofocle) e specialista in disperazione moderna: durante il dottorato in Storia dell’economia ha ricostruito la vita dei greci sotto l’occupazione tedesca. Per diciotto mesi ha scansionato seimila pagine di quotidiani pubblicati tra il 1941 e il 1944. «Un giorno ho letto un titolo che mi ha incuriosito: Come raccogliere e conservare le briciole di pane. Mi sono resa conto che i giornali offrivano consigli per sopravvivere alla carestia e ho cominciato a metterli insieme».
Una ricerca che in tempi migliori pochi avrebbero letto è diventata un successo da 12 mila copie, un manuale per come cavarsela. Il 28 per cento dei greci è sprofondato sotto la soglia di povertà, le mense della chiesa ortodossa ogni giorno distribuiscono pasti a 250 mila persone. «Nell’istituto tecnico di periferia dove insegno — racconta Eleni — qualche ragazzo sviene durante le lezioni perché non ha mangiato».
Con Le ricette della fame spiega come cucinare il risotto alla melanzana grattugiata (sembra ragù di carne) e altri piatti da uno o due euro che usano gli ingredienti più semplici della cucina greca: i pomodori, le bucce dell’uvetta come dolcificante, le erbe selvatiche. «È una mensa autarchica e autarchica dovrebbe diventare anche la nostra produzione: adesso siamo costretti a importare tutto. Le scelte politiche di Pasok e Nuova democrazia hanno ucciso le risorse di questo Paese, la Grecia non ha solo il turismo».
La casa di Eleni è gonfia di libri («così spendiamo i nostri pochi soldi»), il marito giornalista scientifico lavora al computer, il vecchio beagle si muove tra le poltrone. «Ai tempi dell’occupazione la gente dava la caccia ai gatti e ai cani randagi per mangiarseli. Non siamo sprofondati a quel livello, quando la carestia uccise 300 mila persone, ma in due anni ci sono stati duemila suicidi causati dalla crisi. Adesso vogliono che accettiamo un ricatto, ci intimidiscono con la paura dell’ingovernabilità».
Davide Frattini
twitter @dafrattini