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 2012  maggio 12 Sabato calendario

L’asta dei Bot ieri poteva fruttare 3 miliardi in più Continuo a sentire parlare di «come faremo a pagare i fornitori» della Pubblica Amministrazione

L’asta dei Bot ieri poteva fruttare 3 miliardi in più Continuo a sentire parlare di «come faremo a pagare i fornitori» della Pubblica Amministrazione. Non ci sono i soldi! La Commissione europea, la Germania non ci ascoltano! Sono scuse. L’asta Bot di ieri è un chiaro esempio di quello che potevamo fare e possiamo fare regolarmente per risolvere il problema. Sette miliardi Bot ieri offerti a un anno. Dodici miliardi e mezzo domandati. Rendimento massimo pagato: 2,35%. Abbiamo cioè detto no a banche disposte a darci liquidità aggiuntiva per 5,5 miliardi di euro (http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pubblico/risultati_aste/risultati_aste_bot_12_mesi/BOT_12_Mesi_Risultati_Asta_dellx11.05.2012.pdf). Il Tesoro non dice nel suo comunicato a che tasso. Male che vada, scommetto che tre miliardi in più ad un tasso medio del 3% li potevamo ottenere. Ecco. Bastava che avessimo ampliato la domanda a 10 miliardi, riservando tre miliardi ad un conto speciale i cui proventi andavano a pagare i fornitori della pubblica amministrazione. Ad un tasso certamente inferiore a quello di mora che la pubblica amministrazione si meriterebbe di pagare (e non sempre paga perché i poveri fornitori hanno paura di farlo scattare). Certo il debito pubblico sarebbe salito, ma sarebbe sceso quello commerciale. Nessun impatto sullo spread, anzi forse questo sarebbe migliorato, vedendo uno Stato attento a trovare una soluzione al problema delle imprese, dell’economia reale e della crescita. Nel giro di una decina di aste raccoglieremmo abbastanza liquidità da soddisfare gran parte dei creditori affamati di liquidità. Altro che cavillosi dibattiti su cessioni pro-solvendo o pro-soluto: la soluzione è a portata di mano. Basta volerlo.