Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  gennaio 30 Lunedì calendario

LE RELAZIONI PERICOLOSE NEI CIELI DI ALITALIA

MASSIMO GIANNINI

Allo stremo delle forze e delle risorse, la mitica Fenice continua a volare. Ma la creatura, nata tre anni fa dalla fusione tra Alitalia e AirOne e promessa in sposa ad Air France, fa vita grama. I conti parlano chiaro. Tutte le compagnie aeree vanno male, in questo tempo di ferro e di crisi. Ma la nostra va peggio. Non perché non ha i numeri, ma perché non ha prospettive. Il socio francese si lecca le ferite, ed è momentaneamente riluttante a fare quello che prima o poi dovrà fare, cioè comprarsi l’intera baracca. I patrioti di Colaninno non ce la fanno più, e non vedono l’ora di sfilarsi. L’amministratore delegato Sabelli si è già dimesso, nella sostanza anche se non nella forma. Che fare?
In attesa di risposte, una "mano invisibile" lenisce le ferite della Fenice. E’ quella dello Stato, che ancora una volta prende a schiaffi il mercato. Il 4 dicembre scorso è scaduta la moratoria antitrust che il governo Berlusconi accordò per legge nel 2008 alla nuova società creata con l’incorporazione di AirOne dentro Alitalia. Per tre anni la Cai ha beneficiato di una deroga all’applicazione delle norme antimonopolio, decisiva soprattutto per la tratta strategica RomaMilano. Già allora questa decisione dei liberisti alle vongole guidati dal Cavaliere fu uno scandalo. Ora il triennio e’ finito, e la moratoria è scaduta. Cai torna ad essere un’azienda normale, sottoposta alle regole della concorrenza come tutte le altre.
Vero in teoria, ma non nella pratica. Succede infatti che, con una mossa audacissima, l’Antitrust ha ora aperto un’istruttoria sul caso Alitalia (che nel frattempo sta per ingoiare anche Blue Panorama e Wind Jet). Con un "caveat" stupefacente: qualunque provvedimento sanzionatorio a carico del "trust" aereo non potrà scattare prima di novembre 2012. Un banale e immorale escamotage per prolungare di un altro anno il "regime speciale" concesso ad Alitalia, a dispetto dei diritti degli altri competitori e degli interessi di tutti i passeggeri.
Come si può spiegare un simile aiuto di Stato? Tutto si tiene, in questa scelta inopinata. Sotto traccia, la vicenda Cai rivela almeno due possibili e visibili conflitti di interesse. Il primo riguarda Antonio Catricalà: c’è un filo rosso che lega l’Antitrust di ieri, guidata dall’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, all’Antitrust di oggi, presieduta dall’ineffabile Giovanni Pitruzzella. Il secondo riguarda Corrado Passera: c’è un altro filo rosso che lega il regista dell’operazione Cai di ieri (l’amministratore delegato di Banca Intesa) al ministro dello Sviluppo di oggi. Entrambi, nel giorno dell’insediamento della squadra di Monti, avevano detto: "Misurateci dai fatti". Li abbiamo misurati: sul salvataggio Alitalia, costato 4 miliardi e mezzo di euro ai contribuenti, sono già fuori rotta.