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 2012  gennaio 30 Lunedì calendario

Autonomi e imprenditori non dichiarano il 56% del loro reddito effettivo – ROMA - A Milano niente scontrino in un locale su tre

Autonomi e imprenditori non dichiarano il 56% del loro reddito effettivo – ROMA - A Milano niente scontrino in un locale su tre. A Roma, addirittura nessuna ricevuta nel 50% dei casi. L´evasione fiscale è un fenomeno che priva le casse dello Stato di circa 120 miliardi di euro l´anno. Soldi che andranno recuperati scavando in profondità tra le dichiarazioni dei redditi di categorie che, a leggere i dati ufficiali, sarebbero al limite della soglia di povertà. Negozi di alimentari o ristoratori che dichiarano poco più di 17mila euro, orafi che a mala pena arrivano alla fine del mese con 12.300 euro annui, tintorie, lavanderie e mercerie prossime alla bancarotta con dichiarazioni da 8mila euro. Ma tutto questo non basta per puntare il dito contro particolari settori del lavoro autonomo. Per scovare i disonesti, occorre guardare al complesso lavoro di incrocio dei dati messo a punto da Bankitalia. Che ha confrontato la propria indagine campionaria anonima, una fedele fotografia dei contribuenti e dei loro redditi, con le dichiarazioni effettivamente pervenute alla Sogei. BANKITALIA-SOGEI, DATI A CONFRONTO I risultati sono clamorosi: i dati forniti dai lavoratori dipendenti e dai pensionati corrispondono e si sovrappongono perfettamente a quelli ufficiali della Sogei, mentre quelli dei lavoratori autonomi e degli imprenditori risultano completamente sballati con un saldo a favore dell´autonomo, pari al 56%. In pratica questi dichiarano al Fisco meno della metà di quanto effettivamente incassato. Stiamo parlando di un piccolo esercito pari a circa 4 milioni e 700 mila unità (la gran parte onesti) che in media attestano ufficialmente introiti per 11.800 euro contro i 27mila euro confessati in forma anonima alla Banca d´Italia. Uno sbilancio pro capite di 15 mila euro annui netti non dichiarati. Questa fotografia dell´evasione smentisce, tra l´altro, anche un altro luogo comune, e cioè che il fenomeno sia molto più marcato al Sud Italia. Al contrario, i contribuenti meno fedeli risiedono in gran parte al Centro-Nord. REDDITI DA FABBRICATI I furbi non mancano poi, se si tratta di mettere nero su bianco i redditi da fabbricati: in questo caso la forbice tra dichiarazioni anonime e ufficiali supera ogni immaginazione e sfonda l´83%. Quindi si dichiara il 17% di quanto effettivamente dovuto mentre il restante 83% manca all´appello. IL LAVORO DIPENDENTE E i 16,5 milioni di lavoratori dipendenti italiani? Dichiarano al Fisco il giusto, anzi, anche più di quanto rivelino alla indagine di Via Nazionale: nel primo caso il reddito medio netto dichiarato ammonta a 14.931 euro contro i 14.690 del secondo. I FALSI POVERI Nei prossimi mesi la stretta del Fisco potrebbe assediare anche i 15 milioni di italiani su 18,5 milioni, che quando si tratta di richiedere l´accesso ai servizi sociali agevolati, dichiarano di non possedere conti correnti o titoli di Stato. Anche in questo caso i dati in possesso della Banca d´Italia smentiscono questo panorama desolante: infatti 9 famiglie su 10 hanno un conto corrente. Nei prossimi mesi l´agenzia delle Entrate potrà incrociare i propri dati (e quelli relativi ai conti correnti) con altri relativi all´Isee, l´indicatore della situazione economica equivalente, nelle mani dell´Inps, facendo emergere i furbi che coperti dalle autocertificazioni dichiarano il falso.