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 2012  gennaio 30 Lunedì calendario

Arriva il boom dei cloni hedge – L’hedge fund cresce anche nelle tasche dei piccoli risparmiatori

Arriva il boom dei cloni hedge – L’hedge fund cresce anche nelle tasche dei piccoli risparmiatori. Da qualche tempo gli aggressivi colossi della speculazione di Wall Street non sono più gli unici a manovrare con le spericolate strategie hedge, quelle che puntano sui crolli dei listini azionari o sul crac della Grecia. Nella partita si stanno buttando sempre di più anche i piccoli investitori, quelli che operano dal computer di casa e che magari guardano con apprensione alla crisi dell’euro. A convincerli è la promessa di guadagni, anche quando tutto è in perdita. Al pubblico dei più piccoli le porte al mondo degli hedge le ha aperte la normativa europea che nel 2009 ha dato il via ai così detti Ucits III alternativi, vale a dire quei fondi che mirano a replicare le stesse strategie dei grandi fondi hedge con il grande vantaggio però di essere accessibile anche ai portafogli più modesti. Bastano infatti anche 100 euro per poter entrare in questo tipo di strumento, contro il tetto di 500 mila euro imposto invece dai grandi fondi speculativi di Wall Street. La soglia low cost è stata di fatto un invito a mettere piede in un club super riservato che molti piccoli investitori non si sono lasciati sfuggire. Il risultato è stato un vero e proprio boom partito nel 2009 e proseguito negli anni successivi. Basti dire che in un annus horribilis per l’industria degli investimenti, come è stato il 2011, le masse gestite a livello globale dagli Ucits III alternativi single manager sono cresciute dell’8% a 58,3 miliardi di euro. Un bel salto in avanti per la categoria. E il trend non è sfuggito alle grandi banche che negli ultimi mesi hanno lanciato sul mercato decine e decine di nuovi cloni degli hedge. In base alle rilevazioni fatte dal provider di informazione finanziaria MondoAlternative, a livello globale si contano ormai ben 466 prodotti Ucits III, oltre un centinaio in più rispetto all’anno passato e con una crescita che è stata del 27% sul 2010. Sono invece 305 i fondi autorizzati oggi alla distribuzione in Italia, con un boom del 50% sui 203 contati l’anno prima. E il trend è visto proseguire nella stessa direzione anche quest’anno: «prevediamo un ampliamento del settore degli Ucits alternativi di circa il 20% nel 2012», dice Stefano Gaspari, direttore di MondoAlternative. «La crescita sarà evidente soprattutto in Europa che è molto attratta da questo nuovo segmento alternativo» dice Gaspari che poi aggiunge: «anche se questi strumenti possono essere venduti anche al pubblico retail visto la bassa soglia minima di accesso, a prevalere è ancora il segmento istituzionale. Negli ultimi mesi però c’è stato un aumento di interesse anche da parte della clientela meno affluent». Ai piccoli piace in particolare il beneficio di mettere in portafoglio le strategia hedge insieme alla possibilità di guardare a un rendimento decorrelato dai mercati e con maggiori garanzie per il sottoscrittore a partire dai limiti imposti dalla norma europea sulla gestione. In più è possibile il rimborso in qualsiasi momento mentre i grandi fondi hedge hanno tempi di attesa che arrivano anche ai tre mesi. Ma quanto hanno reso questi prodotti? Per l’indice generale che raccoglie tutti gli Ucits III alternative, il 2011 si è chiuso con un calo del 4,1% contro un più ampio regresso del listino azionario di Milano del 25% e un -17,7% dell’EuroStoxx50. Qualche soddisfazione in più arriva nel lungo periodo. Negli ultimi tre anni la performance dei cloni dei grandi hedge è positiva con un guadagno che è stato dell’8% contro il -20% di Milano nello stesso arco di tempo e una performance ferma sulla parità per l’EuroStoxx50.