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 2012  gennaio 30 Lunedì calendario

In Rete ho trovato un tesoro. Verde – Tra «vivere al verde» e «vivere verde» c’è una bella differenza

In Rete ho trovato un tesoro. Verde – Tra «vivere al verde» e «vivere verde» c’è una bella differenza. Ma la filosofia «green» mette insieme tutto: stile di vita, risparmio, comportamenti virtuosi e business. Non sempre si vede. Questa volta è e-Bay Annunci a segnalare una tendenza molto forte. Negli ultimi 24 mesi le eco-inserzioni sono aumentate del 35 per cento e la categoria è in crescita impetuosa. Impossibile catalogare tutto. Una cosa è certa: la Green generation 2.0 ha trovato una nuova, comoda piazza virtuale. C’è Matteo, l’architetto che offre progetti eco e giardini verticali, c’è Francesca, la brand consultant che cerca e condivide ricette a km zero, consigli su come realizzare un orto casalingo. C’è Valerio, che ritira vetri e contenitori di medicinali e Massimo, interessato a scarti di lamiera a scopo artistico. Non si tratta più di sfruttare la Rete per svuotare l’armadio, ma per incontrare persone che ingrossano il fiume del verde-pensiero, offrire soluzioni, promuovere attività e perché no, diventare amici. Dall’alto delle sue 2.879.000 inserzioni, 45 mila ogni giorno, e-Bay Annunci («un successo» per Roberto Tucci, Customer Satisfaction and Communication) è un buon osservatorio dei comportamenti e racconta un’Italia meno spendacciona e piuttosto creativa. Sono quasi tremila le offerte di bijoux realizzati con materiali di recupero, vecchi giocattoli, bottoni, perle di vetro, scarti di stoffa e pelle, parecchie centinaia le offerte di riparazioni, rammendi, restauri. Se cercate cesti di vimini intrecciati o inferriate di fine Ottocento recuperate da una ristrutturazione a Brescia, ci sono. Se volete far sapere che ricamate, riparate mobili o avete una piccola produzione di terriccio di lombrico, accomodatevi. La collaborazione ha alimentato il fenomeno del crowdsourcing, ovvero la tendenza ad affidare alla comunità di Internet servizi vari. Come sempre, il web dà spazio ai nuovi fenomeni. L’acquisto di mobili ecosostenibili fa aumentare l’offerta, l’attenzione al cibo bio moltiplica i contatti nella community. Dagli annunci si passa a Facebook e si finisce su un sito di frutti dimenticati: corbezzoli, azzeruoli, sorbe, coccole di rosa canina. È l’era dei «prosumer», produttori-consumatori, come sostiene Patrizia Martello, docente di sociologia dei consumi alla Naba (Nuova accademia di Belle Arti) di Milano, dove la cultura della sostenibilità, anche nella moda, riceve la giusta attenzione. Lo scorso anno i ragazzi hanno realizzato una collezione con scarti di sartoria, solo orli di jeans: ammiratissima una gorgiera, pezzo unico, ovvio. E arriviamo a Maria Cristina D’Arrigo, milanese, che dall’ottobre 2011 organizza serate di navigazione tra gli annunci. «Ho cominciato per scherzo racconta -. Cercavo un abito vintage. Non l’ho trovato, ma sono entrata in contatto con un designer danese che costruisce lampade. Non ho più smesso». I temi delle serate sono sempre «verdi»: gli 8-10 partecipanti cercano oggetti di arredamento, accessori, aziende di servizi. È così che ho scoperto il pony express in bici. Geniale». Certo, ci vuole pazienza. Alla voce «arredamento» ci sono cento pagine di annunci e, arrivati alla statua in resina di James Dean, la tentazione di fermarsi è forte. Invece la Green generation 2.0 non si scoraggia. Sa resistere, resistere, resistere. «La lana può avere un’altra vita» Hai un vecchio maglione, una stola, una giacca di lana assalita dalle tarme? Non buttarla via. Può avere un’altra vita». Chi ha dato retta a Wilma Zanaglia e ai suoi annunci, non se ne è pentito. Il cashmere sciupato è diventato un coprispalle che sembra di pizzo, ottenuto tagliando la lana e cuocendola. Nate dagli scarti del guardaroba ci sono sciarpe e polsiere decorate con bellissimi bottoni di inizio secolo. «Gli annunci spiega Wilma , 49 anni, sommelier - mi hanno fatto incontrare persone che volevano riciclare una maglia o semplicemente disfarsene (in questo caso abbiamo offerto uno sconto sugli acquisti) e grazie a loro abbiamo avuto la materia prima per le nostre creazioni. Sono tutti pezzi unici, fatti a mano, che abbiamo presentato all’Atelier del Riciclo a Milano o in qualche negozio». Wilma e la sua socia Sandra (si chiamano Sister in Law) vivono sul Garda, a Salò, e chi non abita troppo lontano le rifornisce per alimentare la tendenza ecodress. «Siamo piccoli, la nostra non sarà mai una produzione industriale, è soprattutto uno stile di vita, un invito a non sprecare. È partito come un gioco, ma abbiamo toccato un tasto molto sensibile. Chi l’avrebbe mai detto?». «Consegne in bici a impatto zero» A Roberto Peia, 56 anni, l’idea di Urban Bike Messengers di Milano (lui ride, «Ubm sembra il nome di una banca») è venuta studiando Londra, New York, Sydney, Copenhagen: «Città dove la consegna veloce in bicicletta è normale. Si fanno così anche i traslochi!». Ha pensato al business nel 2008 senza sapere se avrebbe funzionato. «Cinelli mi ha regalato otto bici - racconta -, ci ha creduto. Abbiamo pubblicato inserzioni su eBay Annunci, lo facciamo ancora, creato il sito www.urbanbm.it, usato il web. Oggi viaggiamo sulle 6-700 consegne al mese». Davvero la bici conviene? «I nostri corrieri sono ciclisti allenati. Si muovono facilmente anche nelle ore di punta, anche con il maltempo (quando Milano era paralizzata dalla neve , si sono fermati tutti, noi no) e in più sono a impatto zero». La sostenibilità comincia a essere un valore? «Sì, lo abbiamo visto dalle risposte, così abbiamo ampliato la nostra “flotta” con due bici-cargo, per trasporti più pesanti». Spiega orgoglioso che per andare da un capo all’altro della città un biker impiega 45 minuti e non inquina. Tanto che la Camera di Commercio di Milano ha premiato Ubm come l’azienda più attenta all’ambiente del 2010. E tutto è cominciato con un annuncio... «La mia casa arredata di carta» Elisa Belicchi, 33 anni, si occupa di comunicazione a Milano. Fa la raccolta differenziata, frequenta gli «swap party», si sposta in bicicletta e mangia bio. Ovvio che la sua casa doveva essere coerente. Ma in mancanza di tempo e denaro, ha deciso di ricorrere a eBay Annunci per trovare occasioni, giovani designer, prototipi, oggetti adatti a un progetto di arredamento sostenibile. Ce l’ha fatta. Con meno di 2500 euro ha comprato di tutto, e niente di serie. Elenca, puntigliosa: «Un tavolino basso di cartone riciclato, una poltroncina, deliziosa, realizzata con i sacchetti di carta, comodini, lampade, tavolo. Ma anche una sedia a dondolo, che ho regalato, una bici d’epoca pagata pochissimo e una valigia di cartone, originale che tengo aperta in camera da letto». Soddisfatta? «Felicissima. Gli annunci sono diventati un buon canale per chi non ha distribuzione (è un modo per fare vedere quello che produci) per mettere in contatto chi ha un’idea verde, chi sta sperimentando. Alcuni pezzi sono veramente belli, oltre che sostenibili». E quando la loro vita finisce - il cartone, si sa, è deperibile - nessun rimorso: «Vanno direttamente nella raccolta differenziata, pronti a diventare qualcos’altro».