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 2012  gennaio 29 Domenica calendario

SPANAIR “SALUTA” 23 MILA PASSEGGERI E 4000 LAVORATORI

Madrid Una voce femminile, gentile e moderatamente avvilita, fa sapere attraverso un messaggio registrato che Spanair non esiste più, che tutti i voli sono cancellati e che, in poche parole, ognuno se la cavi come può. “Se avete acquistato il biglietto con carta di credito, contattate la vostra entità finanziaria; se avete contrattato un’assicurazione di viaggio, rivolgetevi alla compagnia d’assicurazioni; se l’acquisto è avvenuto attraverso un’agenzia di viaggi, fate riferimento all’agenzia”.
Abbandonati e presi in giro. Si sentono così i 23 mila passeggeri lasciati all’improvviso al loro destino per la fragorosa bancarotta di una delle più importanti compagnie aeree spagnole. Assistenza zero. Persino la linea telefonica allestita per fornire queste poche, inutili informazioni, è a pagamento. Per non parlare della beffa: “Ulteriori chiarimenti li potete trovare sulla nostra pagina web”. Macché, scomparsa pure quella, rimossa dalla Rete a tradimento venerdì sera, appena i vertici della compagnia, a Barcellona, hanno deciso che l’avventura impossibile di ridare fiato all’impresa era arrivata al capolinea.
Volti smarriti e impotenza al terminal T2 dell’aeroporto internazionale di Madrid Barajas, dove Spanair è diventata da un momento all’altro una compagnia fantasma. Saracinesche abbassate agli sportelli della vendita biglietti e all’ufficio informazioni, e insegne rimosse in tutta fretta dai banchi d’accettazione. Sul grande tabellone nero delle partenze e degli arrivi, una lunga sfilza di “cancelado” accanto ai voli con la sigla JK, che dopo 25 anni viene rimossa dagli elenchi della Iata, l’organizzazione internazionale per il trasporto aereo.
TRA CHI doveva partire ieri, i più fortunati si sono accorti del “crac” di Spanair la mattina presto, ascoltando la radio prima di uscire di casa. A chi aveva fornito un numero di cellulare comprando il biglietto via Internet, è stato mandato un sms alle 3 del mattino. L’hanno visto solo al risveglio, ma in parecchi – soprattutto chi doveva tornare ai luoghi d’origine – hanno comunque preferito andare all’aeroporto, alla ricerca di una soluzione. Impresa ardua. L’invito iniziale è quello a compilare un modulo di reclamo, che comunque non serve per dare una risposta al problema immediato, all’esigenza di partire per una vacanza, o di tornare a casa. Poi un impiegato, con tono mesto, quasi annoiato, fa sapere che “i moduli sono esauriti, ci dispiace” . Spanair si impegna a restituire il prezzo del biglietto, ma non offre una sistemazione ai passeggeri, la cui indignazione aumenta con il passare delle ore. “Ci hanno detto che ci dobbiamo arrangiare”, è il coro pressoché unanime che viene dai viaggiatori. Si diffonde la voce che Iberia, Air Europa e Vueling hanno accettato di dare una mano per favorire lo spostamento delle migliaia di viaggiatori rimasti bloccati: offrono , fino al 3 febbraio, tariffe speciali. In teoria, 60 euro per i voli nazionali, 90 per chi va alle Canarie e 100 per gli internazionali. Ma l’informazione si rivela imprecisa. “È curioso – dice sconsolato Jorge, intenzionato a partire per Las Palmas –. Ho provato a vedere se potevo imbarcarmi con Air Europa, ma mi hanno chiesto 240 euro”. In effetti, come spesso accade nel misterioso mondo dei biglietti aerei, la tariffa è spesso lontana dal prezzo finale: aggiungi le tasse, aggiungi le spese di gestione, e vedi che le cose cambiano radicalmente. Di fronte a questa situazione di caos, e all’improvviso abbandono dei passeggeri, il ministro delle Infrastrutture Ana Pastor ha annunciato l’immediata apertura di una procedura d’infrazione nei confronti della compagnia, che potrebbe essere condannata a pagare una multa di 9 milioni di euro, sia per aver provocato la sospensione del servizio aereo, sia per aver violato l’obbligo di assicurare “la continuità nella prestazione del servizio”.
MA TRA tutti i viaggiatori coinvolti (i voli previsti nel fine settimana erano quasi 650), a trovarsi più in difficoltà sono i 340 che si trovano fuori di Spagna, bloccati negli aeroporti africani del Mali e del Gambia, oltre a un gruppo che da Nador, in Marocco, si sta già spostando verso Me-lilla da dove potrà rientrare più facilmente a Barcellona. La bancarotta di Spanair mette poi a rischio i posti di lavoro dei 2000 dipendenti diretti della compagnia e altri 2000 che lavoravano per le imprese dei servizi a terra, catering, manutenzione e pulizie.