il Fatto Quotidiano 29/1/2012, 29 gennaio 2012
LA MAGLIE, L’INPGI E VECCHI GUAI
Nelle maglie di Maria Giovanna Maglie, si impigliano odi di ritorno, conti fuori regime e appartamenti. Il fervore antislamico. L’astio verso Gianfranco Fini che accusato sulle colonne di “Libero” di aver viaggiato a Potenza a spese dello Stato ha parlato di deliri da risolvere davanti a un giudice. Con Maria Giovanna è così. L’11 settembre le fece male. La “fallacizzò”, per usare le sue parole. Se per Adorno volgarità era essere dalla parte della propria degradazione, per L’ Inpgi, l’istituto nazionale di Previdenza dei giornalisti italiani, la questione è molto più lineare. Alla Maglie imputa il mancato pagamento di due locali romani affittati dalla cronista nel 2010. Un appartamento ai Parioli e un magazzino in centro città. Sfratti e pignoramenti, citazioni in tribunale e avvisi di garanzia. Storia di trincea, lo stagno preferito dell’ “ambasciatrice di Craxi a New York” quando Bettino non era già più il politico neroniano che si atteggiava a Mitterrand. All’epoca la Rai le contestò il disinvolto uso dell’ufficio di corrispondenza americano con conti monstre (70 miliardi di lire) che la spinsero alle dimissioni, prima di provare (con fatica) la propria innocenza. Questa volta, con l’Inpgi (già pignorati alcuni quadri per 48mila euro) per la viaggiatrice di frontiera che “ti guarda dritto negli occhi” non abbassarli sarà più difficile.