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 2012  gennaio 29 Domenica calendario

MONTI E GLI ITALIANI NEI “SALOTTI BUONI” DEL MONDO

Mario Monti è uno dei pochi italiani che da decenni partecipa alle periodiche riunioni dei “salotti buoni” dei poteri forti mondiali. Monti ha rinunciato poco dopo l’elezione a senatore a vita, subito prima di diventare premier, alle cariche nella Trilaterale , nel Gruppo Bilderberg. Senza dilungarci troppo sull’origine di queste entità fumose, basta scorrere negli anni i nominativi degli aderenti per renderci conto come in questi ambienti si fosse sin dai primi tempi diffusa una sorta di intolleranza nei confronti di Silvio Berlusconi.
La Trilaterale fu fondata da David Rockefeller e da sempre, così come il Gruppo di Bilderberg che prende il nome da un prestigioso Hotel, dove per la prima volta i reali d’Olanda, su invito del principe Bernard, nel 1954 spalleggiato dal co-fondatore David Rockefeller si formò quel nucleo di persone destinate a reggere in maniera discreta i destini del mondo. Le associazioni si strutturano con elezioni di membri a differenti livelli: non mancano i reali di Olanda, di Spagna, di Gran Bretagna.
Quindi, questi monarchi che accettano la parità con i multimiliardari vedono al loro fianco i Rockefeller, i vari Agnelli di generazione in generazione, i Rothschild, i David-Weil, cui fianco a fianco, non sfigurano i datati Henry Kissinger, Zbigniew Brzezinski, poi anni fa Egidio Ortona, sir Phillip De Zulueta, e quindi Gianni Auletta Armenise, l’industriale Piero Bassetti cui ha ceduto il posto al parente stretto Gianfelice Rocca, e ai suoi tempi Carlo Bonomi, Francesco Cingano e Umberto Colombo. Poi, l’industriale bolognese Giuseppe Gazzoni Frascara e altri italiani Cesare Merlini, Giuseppe Piovano, Giuseppe Ratti, Cesare Romiti, Mario Schimberni, Paolo Vittorelli, e venendo ai giorni nostri, dopo un breve passaggio di Giorgio Benvenuto, Ottaviano Del Turco, Walter Veltroni, troviamo nelle liste più aggiornate, maggio 2011 appunto, Mario Monti che è un vero decano e fa parte del Comitato esecutivo, insieme, ad esempio, con Paul Volcker. Fra gli italiani il nome di Agnelli è scomparso da tempo per fare spazio a John Elkann, che ha preso a sua volta il posto di Luca Cordero di Montezemolo; e, quindi, Enrico Tomaso Cucchiani (Intesa Sanpaolo), il sottosegretario Marta Dassù, il noto Pier Francesco Guarguaglini (ex Finmeccanica ), e Federica Guidi, dei Giovani di Confindustria, Enrico Letta, e non lo zio, il greco Lucas Papademos da poco primo ministro tecnico della Grecia. E poi Carlo Pesenti, Roberto Poli, Dieter Rampl dell’Unicredit, Luigi Ramponi, Marcello Sala, Paolo Scaroni, Eni, Carlo Secchi, ex rettore Bocconi, Maurizio Sella, Stefano Silvestri, Marco Tronchetti Provera e, chiude la lista degli italiani il commentatore del Corriere della Sera Franco Venturini, erede in quel posto di Arrigo Levi.
Curiosità finale: non mancano personaggi apparentemente atipici o imprevisti in un consesso di miliardari illuminati e leader occidentali. C’è per esempio Petar Stoyanov, già presidente della Bulgaria e considerato a Mosca uno dei veri capi dei servizi dell’Est. In questa compagnia ci si chiede quali fossero gli argomenti di cui poteva discutere lo scrittore Mario Vargas Llosa, premio Nobel della Letteratura 2010.