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 2012  gennaio 29 Domenica calendario

"Taglieremo le spese della Difesa ma rinunciare ai caccia F-35 sarebbe sbagliato e anche costoso" – BEIRUT - Questa mattina il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola sarà a Cameri, vicino Novara: con il presidente del Piemonte Cota visiterà la fabbrica dove si costruirà l’F-35, il caccia della discordia, l’aeroplano militare diventato simbolo della spesa militare da tagliare

"Taglieremo le spese della Difesa ma rinunciare ai caccia F-35 sarebbe sbagliato e anche costoso" – BEIRUT - Questa mattina il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola sarà a Cameri, vicino Novara: con il presidente del Piemonte Cota visiterà la fabbrica dove si costruirà l’F-35, il caccia della discordia, l’aeroplano militare diventato simbolo della spesa militare da tagliare. Venerdì e ieri in Libano Di Paola con Staffan De Mistura ha benedetto il ritorno del comando di Unifil a un generale italiano: il governo Berlusconi voleva uscire da Unifil, il governo Monti ne riprende la guida. «È un segnale importante che l’Italia vuole dare nel Mediterraneo. In una parte del mondo così travagliata, il Libano rappresenta paradossalmente un punto di equilibrio fra comunità sciite, sunnite e cristiane. È interesse della comunità internazionale sostenere questo equilibrio: per questo l’Italia ha accettato di riprendere il comando. In Libano vicini ingombranti e una regione complessa ci impongono di agire, e il comando che passa al generale Paolo Serra è il segnale che vogliamo dare». Ministro, tutto questo costa, qualcuno nel precedente governo voleva chiudere la missione Unifil. «Queste spese sono investimenti che l’Italia fa sulla sua sicurezza, sul mantenimento della pace nel Mediterraneo. Un Libano fuori controllo, un Afghanistan in ostaggio del terrorismo, sono una minaccia diretta alla sicurezza, anche economica, dell’Italia. Il nostro paese non ha solo aderito a chiamate di Onu, Ue o Nato. Noi abbiamo contribuito a prendere alcune decisioni, a costruire la politica delle varie missioni di pace». L’Italia però non è più in grado di permettersi spese militari sostenute, e l’esempio di tutto questo è diventato l’F-35. «Il Parlamento, e di recente la condizione economica del Paese, ci hanno detto che le risorse disponibili non sono quelle necessarie per l’attuale strumento di Difesa, per i numeri che ci eravamo dati. Negli ultimi 10 anni il valore reale delle risorse si è ridotto, anche senzai tagli verie propri del 2010. La Difesa si rende conto che non può chiedere di più, deve utilizzare al meglio le risorse che le sono state date». Per questo lei ha annunciato che taglierete lo strumento militare. «Le capacità non possono essere schiave delle dimensioni, in Parlamento ho annunciato che stiamo studiando un adeguamento dello strumento...». Ad esempio ridurre i caccia F35? «Tutti i paesi che hanno uno strumento di Difesa devono avere una componente aerea. Oggi per la nostra capacità aerotattica e di attacco al suolo abbiamo gli Amx, i Tornado e gli AV-8B a decollo verticale delle portaerei Garibaldi e Cavour. Questi aerei si avvicinano alla fine della loro vita operativa. Abbiamo scelto di sostituirli con un unico caccia, l’F35, che l’Italia ha seguito nello sviluppo e nella progettazione e adesso nella costruzione e assemblaggio nella fabbrica di Cameri. Io condivido la scelta fatta 10 anni fa dal Parlamento italiano». Però oltre a essere un progetto costoso, l’aereo ha avuto molti problemi. «Un attimo: prima di parlare ancora solo dell’F-35 dico che noi sottoporremo a revisione tutti i progettie lo strumento della Difesa. Tutti i programmi, dalle fregate Fremm ai programmi per la modernizzazione dell’Esercito. L’F-35 si, è un progetto costoso, ma dobbiamo guardarea un’economia di scala. Innanzitutto il prezzo della singola macchina dipende dalle centinaia di macchine in più o in meno che si produrranno. Per l’Italia c’è da considerare che, oltre ai 2 miliardi di euro già spesi per costruire la fabbrica di Cameri e per partecipare al progetto, se dovessimo fare marcia indietro comunque avremmo il problema dei Tornado che presto saranno obsoleti». Parlavamo dei problemi del progetto. «Ogni aereo durante lo sviluppo ha dei problemi,e quelli dell’F35 vengono risolti. Da pochi giorni il segretario alla Difesa Usa Panetta ha certificato chei problemi per la versione Stovl a decollo verticale sono stati risolti. È un programma con un contenuto di tecnologia notevole, i problemi vengono affrontati e risolti». Lei insomma lo difende a spada tratta. Crede di farcela? «Il governo valuterà un piano complessivo di revisione della Difesa, e la politica deciderà. Nel valutare l’F-35 entreranno valutazioni economiche, come i 2 miliardi di euro già spesi, o industriali, come la partecipazione a un progetto con Stati Uniti ma anche con paesi asiatici come Singapore, il Giappone, la Corea». Se abbandonassimo l’F-35 dovremmo pagare delle penali? «No, perderemmo i soldi spesi, creeremmo un problema ai nostri alleati e dovremmo comunque comprare un nuovo aereo».