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 2012  gennaio 28 Sabato calendario

Dopo l´Aquila mai un sisma così forte è la stessa placca, altre scosse in arrivo – 1 I tre terremoti più forti avvenuti al Nord negli ultimi tre giorni hanno avuto un´intensità crescente: dai 4,3 gradi scala Richter del 24 gennaio ai 5,4 di ieri (il sisma più violento registrato dopo quello dell´Aquila, di magnitudo 6,3)

Dopo l´Aquila mai un sisma così forte è la stessa placca, altre scosse in arrivo – 1 I tre terremoti più forti avvenuti al Nord negli ultimi tre giorni hanno avuto un´intensità crescente: dai 4,3 gradi scala Richter del 24 gennaio ai 5,4 di ieri (il sisma più violento registrato dopo quello dell´Aquila, di magnitudo 6,3). Tuttavia non sembrano eventi legati tra loro, non sono cioè uno conseguenza dell´altro, e per la zona non rappresentano una anomalia. Ma la causa è la stessa: la spinta della placca adriatica sotto gli Appennini e le Alpi, che negli ultimi mesi pare essersi fatta più forte. Il sisma di ieri (con epicentro a Frignano e ipocentro a 60,8 km di profondità) è stato generato da una rottura della faglia di 5 chilometri. La placca si è mossa di 4-5 centimetri in un secondo e mezzo. La scossa è durata in superficie 15 secondi per l´effetto "tamburo" della pianura Padana che si è messa a vibrare, poiché è composta da sedimenti soffici. 2 Solo per un caso ieri non ci sono stati danni e vittime. Se l´ipocentro fosse stato un po´ più vicino alla superficie le conseguenze sarebbero state devastanti. Poco distante dal distretto sismico di Frignano infatti ci sono faglie della placca appenninica che si rompono ad appena 5-10 chilometri di profondità. Il terremoto di Sellano in Umbria del 1997 aveva una magnitudo di 5,5 gradi, simile a quella registrata ieri, ma era più vicino alla superficie (appena 5,5 chilometri di profondità) e quindi le conseguenze della scossa furono ben diverse: danneggiò irreparabilmente le strutture di molti edifici, costringendo le autorità all´abbattimento. Il fatto che la faglia si sia rotta a Frignano non esclude il rischio di avere un altro evento in futuro, domani come fra 50 anni, di ben altra intensità sulla faglia dell´Appennino. 3 Ci saranno almeno altre 3-4 scosse "replica", conseguenza diretta del terremoto, che colpiranno più o meno nella stessa zona. Possono essere molto forti, superiori a 5 gradi. Ieri, dopo l´evento maggiore ce ne sono state tre, di magnitudo 2,7, 3,2 e 2. Sono movimenti di assestamento, che avvengono in profondità tra i 60 e i 70 chilometri. Quelli si possono prevedere. I terremoti invece no. Si sa solo dove colpiranno, cioè nelle zone sopra le faglie dove più spingono le placche sottostanti, ma non si può sapere con precisione quando. Nemmeno dopo una sequenza di eventi come questa. I cosiddetti "precursori", cioè quei fenomeni fisici osservati in occasione di sismi (l´emissione anomala di onde radio e infrarosse, l´aumento del gas radon, la variazione della conducibilità elettrica delle rocce) non consentono alcuna previsione. 4 La prevenzione è l´unica arma a disposizione per limitare gli effetti di un terremoto e riguarda case ed edifici pubblici. Soprattutto nelle zone ad alto rischio sismico, dove vive il 40 per cento della popolazione italiana, spesso in abitazioni troppo vecchie, non adeguate alle recenti norme sismiche. Il 60 per cento degli 11,6 milioni di edifici italiani infatti è stato costruito prima del 1971. Per questo tipo di alloggi va fatta fare da un professionista la verifica della struttura, soprattutto se ci sono state delle modifiche interne alle mura. Da parte delle amministrazioni comunali serve un controllo più stretto sul rilascio dei permessi a costruire, soprattutto per l´adozione delle normative antisismiche. Importanti anche i piani di emergenza della Protezione Civile, che devono essere adottati e aggiornati ogni due anni dai comuni.