Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  gennaio 29 Domenica calendario

E nell’oroscopo dei leader il 2012 spaventa anche la Cina – Ma anche l’Iran che fa paura, le elezioni americane, l’Asia che vista da vicino è tutt’altro che omogenea

E nell’oroscopo dei leader il 2012 spaventa anche la Cina – Ma anche l’Iran che fa paura, le elezioni americane, l’Asia che vista da vicino è tutt’altro che omogenea. Il World Economic Forum, con il suo carico di accademici, politici, businessmen e qualche visionario, è anche il posto giusto per cercare di abbozzare qualche previsione sul 2012. Chiamatelo, se volete, l’Oroscopo di Davos. AAsia. Cina e India, unite dalla crescita interna, divise dalle condizioni economiche. «Gli asiatici - spiega Kishore Mahbubani, rettore dell’Università di Singapore - hanno capito che devono contare sempre di più sulla loro domanda interna». «Ma la Cina può spingere sulla domanda interna - avverte il ministro dell’Industria di Delhi Anand Sharma - mentre noi dobbiamo affrontare un deficit di bilancio che rende questo più difficile». BBanalità. Diciamolo subito: spuntano più di una volta tra le previsioni. Ad esempio quella del presidente della Banca Mondiale Bob Zoellick: «Il mondo non tornerà mai quello che abbiamo conosciuto». In effetti. CCina. Ancora lei, la seconda economia mondiale un po’ sottorappresentata a Davos, complice anche il Capodanno cinese. «C’è un misto di speranza e di preoccupazione - spiega alla Reuters Nariman Behravesh, capo economista della Ihs Global Insight - su due fronti. Il primo è che la Cina è ancora troppo dipendente dalle esportazioni e questo la rende vulnerabile. Il secondo riguarda il mercato immobiliare», che si è gonfiato a dismisura. «Ci sono pochi Paesi in cui si riesce a sgonfiare una bolla immobiliare senza creare altri danni all’economia». DDraghi. Mario Draghi e la sua Bce conteranno molto anche nel 2012. Ma forse dovrebbero contare un po’ meno. Zoellick è molto chiaro: «Siamo contenti che la Bce abbia deciso di finanziare il sistema bancario. Ma è inutile far finta di nulla: è una mossa che serve solo a prendere tempo». EEuropa. Ce la farà? Schiere di governanti europei e alti funzionari internazionali si sono alternati sui palchi di Davos per spiegare di sì. Dall’altra parte dell’Atlantico però la prognosi non è scontata. C’è il solito Nouriel Roubini: «La Grecia fuori dall’euro in dodici mesi. Entro 3/5 anni c’è il 50% di probabilità che l’euro esploda». Ma anche il docente di Harvard Kenneth Rogoff si domanda: «Quando è che la zona euro si sveglierà e capirà che almeno due o tre Paesi della periferia hanno bisogno di grandi pulizie in bilancio e forse di un periodo di ferie dall’euro?». FForze politiche. «In Europa vedo una radicalizzazione dei partiti - dice il condirettore del Financial Times, Gideon Rachman -: ad esempio si prevede che alle imminenti elezioni olandesi estrema destra ed estrema sinistra prendano circa il 30%. E c’è la possibilità che aumenti il sentimento antieuropeo, anche a Berlino o a Bruxelles senti dire che ci vuole più Europa». GGas. La novità la segnala Thomas Friedman, editorialista della rivista Foreign Affairs: «Pochi se ne sono accorti, ma la scorsa settimana gli Usa sono diventati esportatori netti di gas». Questo significa anche che sul panorama energetico internazionale, Iran compreso, aumenta il peso della Cina, grande importatore di risorse. IIran. «La paura più forte degli Usa - spiega ancora Friedman - è che Israele dia inizio a una guerra contro l’Iran che poi gli Stati Uniti dovrebbero finire. Almeno nei prossimi dodici mesi questo, secondo gli Usa, non deve succedere». LLatin America , come si chiama qui. «Non è mai stata in condizioni migliori per andare avanti», dice l’ex Governatore della Banca del Messico Guillermo Ortiz. E anche se l’inflazione schizzerà a livelli impensabili per Ortiz «riusciremo a fare quello che dobbiamo fare. Questo è il nostro decennio». MMedia. Tenete d’occhio la sorella di Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook. Si chiama Randi ed è venuta ad annunciare la sua nuova iniziativa nei media «sociali». Si chiama R to Z Media e propone di portare sui vari sistemi - da Twitter a, ovviamente, Facebook - temi di impegno sociale, assieme alle Nazioni Unite. NNuovi mercati. Con il Doha Round sul commercio internazionale bloccato si dovrà puntare - dice il cancelliere dello Scacchiere britannico George Osborne - «su accordi regionali o anche bilaterali. Ma non bisogna cedere al protezionismo». OObama. Le previsioni sono orientate a suo favore in vista delle presidenziali. Robert Shiller, l’economista che per primo vide le «bolle» destinate a scoppiare della finanza Usa, è convinto «che se l’economia andrà bene nell’election day, Obama sarà rieletto». PPrimavera Araba. I segnali non sono incoraggianti. Ma sull’Egitto il candidato alle elezioni presidenziali Amr Mussa ha buone speranze: «La Costituzione, qualunque sia l’esito delle elezioni, non può essere scritta da un solo partito, tutti dovranno collaborare. Anche i fratelli Musulmani sono d’accordo». SSpread. Non è solo quello dei titoli di Stato, ma anche il verbo «to spread», che segna la diffusione, possibile se non probabile, della crisi. Sentite il Governatore della regione di Hong Kong Donald Tsang: «La crescita in Asia sarà vicina al 7%. Noi abbiamo conti pubblici in equilibrio, zero debito e siamo vicini alla piena occupazione. Bella situazione, no? Eppure io non sono mai stato così spaventato come adesso. Temo il contagio europeo». TTempesta perfetta. La prevede sempre il pessimologo Roubini, che però altre volte c’ha azzeccato. «Nel 2013 potrebbero arrivare un indebolimento dell’economia Usa, un significativo rallentamento di quella cinese e una grave recessione nella zona euro». UUsa. «Cresceremo tra i 2 e il 3%», dice il Segretario al Tesoro Tim Geithner. Una visione decisamente più ottimista - Europa permettendo - di quella del presidente della Fed ben Bernanke, che ha deciso di tenere molto bassi i tassi d’interesse fino al 2014. ZZelo. Sarà eccesso di zelo ricordarlo, ma i critici di Davos ricordano che spesso, in passato, i tanti leader qui riuniti non hanno visto arrivare tempeste enormi: dalla crisi finanziaria asiatica al contagio delle finanze pubbliche greche. Andrà meglio per le previsioni di questo 2012?