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 2012  gennaio 29 Domenica calendario

ANCHE GLI ATEI HANNO BISOGNO DI PREGARE


Esistono gli ateisti ed esistono gli atei, e c’è una bella differenza. Entrambi i gruppi non credono in Dio ma i primi vogliono che nessuno ci creda mentre i secondi non sono interessati a fare proseliti. Poi ci sono gli atei devoti, un fenomeno di cui si è parlato molto negli Anni Zero a proposito di personaggi come Oriana Fallaci, che non credeva nella divinità di Cristo bensì nella validità morale e civile del cristianesimo. Posizione stoica, a parer mio nobilissima, poggiante sulle alte riflessioni di Ugo Grozio e Joseph Ratzinger e proprio per questo dileggiata dai manichei nemici di meditazioni e sfumature.

I moderati

Adesso spunta un altro pollone di ateismo moderato e ragionante, promosso da Alain de Botton che ha pubblicato un libro sull’argomento, in Italia tradotto da Guanda: Del buon uso della religione. Una guida per i non credenti. Il saggista anglo-svizzero, di origine ebraica ma del tutto secolarizzato, si dichiara non credente in Dio bensì nell’utilità della religione (della religione in generale, non di una religione in particolare).
La posizione suona leggermente meno nobile e più strumentale, con un eccesso di pragmatismo che infastidisce, ma resta un segnale interessante: sempre più atei si accorgono che l’irreligione è un problema personale e sociale, e che il vuoto creato dalla miscredenza va in qualche modo riempito. Giustamente non pago di avere scritto un libro, consapevole che le parole lasciano il tempo che trovano, De Botton in questi ultimi giorni ha deciso di passare all’azione proponendo l’erezione di un tempio per atei. Addirittura nella City di Londra, una delle più famose sedi di Mammona.

Cifre mostruose

La proposta è operativa, alcuni costruttori hanno già messo a disposizione dei fondi ed è partita una sottoscrizione pubblica per raggiungere al più presto la somma necessaria, da immaginarsi colossale viste le intenzioni ambiziose: un tempio alto 46 metri, istoriato e dorato, che possa aspirare allo status di capolavoro architettonico, il tutto in una zona della capitale inglese dove un appartamento può arrivare a costare quattro milioni di sterline (quasi cinque milioni di euri).
Il pontefice dell’ateismo Richard Dawkins ha subito accusato De Botton di eresia (non è vero che gli ateisti sono liberali, anzi, sulle questioni dogmatiche sono molto più rigidi dei cattolici): un vero ateo non saprebbe che farsene di templi, si impieghino piuttosto i soldi raccolti per costruire scuole dove ai bambini venga imposto l’evoluzionismo (non è vero che gli ateisti non credono a niente: credono perfino in Darwin...). Lo scrittore ha ribattuto con la pacatezza che gli è propria: «Come ha insegnato la religione, una costruzione magnifica è un canale fantastico per fare arrivare un messaggio ai fedeli».

La bellezza conta

Mica scemo il ragazzo: al contrario di tanti vescovi italiani, amanti delle chiese a forma di capannone o di inceneritore, ha perfettamente compreso che il culto necessita di bellezza. Solo che in questo caso non si capisce bene di che culto si tratti. Ho letto il libro, ho letto anche un’intervista che gli ha fatto il Guardian, senza riuscire a chiarirmi le idee. «È giusto che anche gli atei abbiano le loro chiese e le loro cattedrali, non dedicate a Dio ma all’amore, all’amicizia e alla calma». Ma che cosa sarà mai un tempio dedicato alla calma? Ai devoti verranno praticati massaggi rilassanti? Al posto dell’ostia verranno distribuite pastiglie di Lexotan?

Come un museo

Secondo il suo ideatore, all’interno del tempio di Londra si terranno anche mostre d’arte e di design: e a quel punto quale sarà la differenza con un museo? Io seguo De Botton fin dai suoi primi libri, dedicati non ancora alla religione ma all’amore, alla filosofia, all’architettura, al viaggio.
All’inizio lo invidiavo per l’estro divulgativo e i copiosi diritti d’autore, adesso, pur continuando a invidiargli i diritti d’autore, ovvio, gli invidio soprattutto la capacità di raccogliere fondi in nome di un’idea vaghissima, alle soglie dell’inconsistenza. Ciò nonostante mi auguro che abbia successo: di atei moderati c’è bisogno e forse, frequentando un tempio costruito intorno a un vuoto, ad alcuni londinesi verrà la voglia di entrare in un tempio costruito intorno a qualcosa. Un tempio vero. Una casa di Dio.

Camillo Langone