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 2012  gennaio 28 Sabato calendario

E GATES RIVELA: SCRISSI A JOBS MORENTE —

«Ho scritto una lettera a Steve Jobs mentre moriva. La teneva sul comodino, accanto al suo letto». In una rara ed emozionale intervista al giornale inglese The Telegraph, Bill Gates racconta in toni toccanti la sua difficile relazione col padre di Apple, i loro alti e bassi e la riappacificazione finale.
Gates («un matematico che alle emozioni preferisce i numeri», lo descrive il Telegraph) prima d’oggi non aveva mai voluto toccare questo tasto. A rivelare la loro burrascosa relazione è stato lo stesso Steve Jobs, noto per la sua profonda schiettezza, che lo portava a dire sempre ciò che pensava, anche a costo di ferire il prossimo.
«Era brutalmente onesto, mancava di diplomazia», afferma il suo biografo Walter Isaacson che in Steve Jobs (Simon & Schuster) ricorda come, in occasione di una visita di Gates, Jobs commentò in presenza del rivale: «Non ha gusto, non gli importa se crea prodotti di bassa qualità. Microsoft l’ha sempre fatto». In più di un’intervista, Jobs ha definito Gates «limitato e privo d’immaginazione», affermando che «sarebbe un uomo migliore se avesse provato l’Lsd e vissuto in un ashram indiano».
Ma a tre mesi dalla morte di Jobs, Gates l’ha perdonato. «Steve ha passato molto tempo a competere con me e a criticarmi», ammette. «Se dovessi elencare tutti gli insulti, non mi fermerei più». E rivela come l’atmosfera tra loro cambiò nel 2007, quando lasciò Microsoft per fondare la Bill & Melinda Gates Foundation con sua moglie. «Steve ed io organizzammo un evento benefico insieme e in quell’occasione non avrebbe potuto essere più gentile».
Il ghiaccio era rotto. Dopo essersi frequentati assiduamente nell’ultimo anno di vita di Jobs, Gates volle visitare il nuovo «amico» un’ultima volta. «Abbiamo trascorso ore e ore a parlare dei vecchi tempi ma anche del futuro — incalza Gates —. Più tardi, quando ho capito che la morte era ormai imminente, gli ho scritto una lettera dicendogli che doveva essere orgoglioso di tutto ciò che era riuscito a realizzare. Gli parlai anche dei suoi figli, che avevo avuto il privilegio di conoscere».
Dopo il funerale, Gates ricevette una telefonata dalla vedova di Jobs, Laurene. «Ci teneva molto a spiegarmi che la biografia di Isaacson non rende giustizia al profondo rispetto reciproco che caratterizzava il mio rapporto con suo marito», dice Gates. «Mi confessò che Steve era stato contentissimo di ricevere la mia lettera e che la teneva vicino a sé, sul comodino».
Alessandra Farkas