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 2012  gennaio 28 Sabato calendario

LE DIMISSIONI DELLA MORATTI: «LAVORERO’ NEL SOCIALE». FINI: SPERO CONTINUI CON FLI

Dopo essere stata sconfitta, il 30 maggio scorso, da Giuliano Pisapia aveva dichiarato: «Continuerò a servire la mia città e il mio Paese». Sul sito di Letizia Moratti, ieri campeggiava ancora la promessa mentre in Comune era già stata protocollata la sua lettera di dimissioni da consigliere comunale. Il passo indietro che chiude definitivamente l’era Moratti a Palazzo Marino è stato comunicato con una lettera al presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo: «È per il rispetto che nutro per Milano e nei riguardi dell’importante lavoro che il consiglio comunale svolge nella quotidianità che mi trovo a comunicare una decisione sofferta ma lungamente ponderata». C’è subito chi lega le dimissioni alla discesa in campo a fianco di Gianfranco Fini, nelle file di Fli.
Ma la Moratti spiega così: «In questi mesi ho intrapreso un’intensa attività nel sociale in una realtà che la mia famiglia segue da oltre 30 anni». San Patrignano, insomma. Dopo l’uscita di scena di Andrea Muccioli, figlio di Vincenzo che i Moratti finanziarono e seguirono nella sua avventura, Letizia Moratti ha seguito la rimessa in moto della macchina, affidata ai giovani del centro. «Un lavoro che mi assorbe completamente», insiste l’ex sindaco che da metà novembre non si è più vista in aula consiliare (ha partecipato a 14 sedute su 47) provocando, per questo, anche i malumori dei suoi colleghi di coalizione. Ma è proprio Gianfranco Fini a dare la sponda a chi interpreta diversamente questo passaggio: «Nelle prossime settimane — scrive il leader di Fli sul suo profilo di Facebook, per altro attirandosi molte critiche dai sostenitori del partito — vedremo se, come mi auguro, Letizia Moratti, vorrà continuare il suo impegno politico con modalità diverse rispetto a quelle che ha avuto fin qui». Gli fa eco il senatore Giuseppe Valditara: «L’uscita della Moratti rappresenta l’ennesimo colpo alla credibilità del progetto del Pdl».
Che ci siano stati contatti fra Fini e l’ex sindaco è un dato di fatto. Lo scorso 15 dicembre, la coppia si era addirittura fatta vedere insieme a Montecitorio: lei accompagnata da Italo Bocchino, lui a far sapere che durante il «lungo colloquio» si era valutato come sfruttare il dopo Berlusconi per creare una coalizione di centro «il più allargato possibile». L’altro dato di fatto è che la Moratti non ha più rinnovato la tessera del Pdl presa il 13 dicembre 2009, durante il comizio che si era concluso con l’aggressione del premier Silvio Berlusconi, colpito al volto dalla statuetta lanciata da Massimo Tartaglia. «Il Pdl deve tornare alle sue radici», aveva spiegato la Moratti, lasciando intendere che le strade si stavano separando e ammettendo la «delusione» per alcune scelte compiute dal partito.
«Intendo moltiplicare il mio impegno con tutte le forze moderate e riformiste che desiderano dialogare per costruire nuove alleanze», aveva scritto sul suo sito. L’ex ministro e presidente Rai, primo sindaco donna nel capoluogo lombardo, non ha insomma voltato le spalle alla politica. Ora, però, c’è da seguire San Patrignano. Un impegno incompatibile con «la presenza e la continuità che richiede il lavoro di consigliere comunale». «Ritornare ad essere per Milano un privato cittadino — ha assicurato ieri nella lettera di dimissioni — non significa rompere il patto con le migliaia di cittadini che mi hanno eletta in questo consesso. Anche se in modo doveroso e indiretto continuerò a partecipare alla vita civile e politica della mia città». Come? In quale partito? Letizia Moratti, garantisce, non ha ancora deciso.
Elisabetta Soglio