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 2012  gennaio 28 Sabato calendario

periscopio – Quello di Monti è un governo progressista. Per due ragioni: disarma unilateralmente le corporazioni e prepara un nuovo patto tra le generazioni

periscopio – Quello di Monti è un governo progressista. Per due ragioni: disarma unilateralmente le corporazioni e prepara un nuovo patto tra le generazioni. Stefano Menichini. Europa. Mezza Italia in rivolta, ma almeno i pesci stanno con Monti. Jena. La Stampa. Maroni è da sempre il delfino di Bossi: ma la storia insegna che molto difficilmente i delfini salgono al trono. C’è un ragione: il delfino si aspetta che il leader lo incoroni spontaneamente; il leader tende a rinviare ogni volta il passaggio delle consegne. Hanno ragione entrambi, ma questo surplace inevitabilmente logora il delfino e rafforza il potere del leader, rendendolo (o facendolo apparire) insostituibile. Non solo: il delfinato fallisce anche per motivi più schiettamente politici. Il delfino, proprio perché tale, ha condiviso tutte le scelte del leader; per candidarsi a sostituirlo deve per forza differenziarsene, ma, in questo modo, rischia di apparire incoerente. Fabrizio Rondolino. Il Giornale. Nel 1990, con 15 anni di ritardo sul resto dell’Europa, anche l’Italia ha la sua legge sull’emittenza: la Mammì, detta anche “Polaroid” perché fotografa lo status quo (tre reti Rai, tre reti Fininvest). Il piano di assegnazione delle frequenze lo scrive Davide Giacalone, che incassa pure le tangenti dalle aziende (lo confesserà lui stesso, salvandosi in prescrizione). Degli aspetti tecnici si occupa Remo Toigo, sempre in cambio di mazzette. Ma la Fininvest non gradisce come lavora Toigo. Galliani telefona a Gianni Letta, vicepresidente Fininvest, e lo prega di organizzare un incontro al ministero. Detto, fatto. Galliani carica Toigo su un aereo privato Milano-Roma. Al ministero non trovano il ministro Mammì ma Giacalone e Letta: i quali dicono a Toigo di fare come dice la Fininvest. Toigo obbedisce. Marco Travaglio. Il Fatto. Ho scritto una ventina di libri, nessuno dei quali ha rivoluzionato il panorama culturale italiano. Claudio Sabelli Fioretti. Io Donna. Si potrà discutere a lungo se, con la moneta unica, abbiamo fatto il passo più lungo della gamba, ma resta che se l’Unione monetaria si disintegrasse, verrebbe anche compromesso l’intero progetto europeista. Angelo Panebianco. Corsera. Credo che la libertà sia la cosa più preziosa per un artista. Non parlo delle libertà civili che sono garantite in questo paese, ma del poter rifiutare il «devo» o «non devo» per non tradire «l’idea». «La linea» («i compagni», si diceva una volta) per non essere giudicato come un reazionario, un venduto, o un pazzo. Marco Bellocchio, regista. Libertà. Morti che ammazzano. Quando vuoi prendergli la cintura, la granata scoppia. Il morto che imbraccia un fucile; un soldato afferra la canna per sfilarglielo, tira, e il dito rigido del morto schiaccia il grilletto, ammazzandolo. Henri Barbusse: «Carnet de guerre». www.satisfaction.me. Mandarini dall’unghia lunga e dalla nuca piatta. Giuseppe Carella. Un armeno a Merano. Stefano Bartezzaghi. il venerdì. Sono cresciuta nella convinzione che « l’unico modo per conoscersi e rispettarsi è quello di frequentarsi, fidarsi, affidarsi, farsi raccontare, raccontarsi». Ma un giorno l’Amore universale mi disse: «Non hai capito un’acca. Per conoscersi non ci vogliono tante parole, ci vuole feeling, magia, affinità, empatia, rispetto. È come quando parli con una persona e hai la netta sensazione di conoscerla da sempre: Ecco, quello è il vero conoscersi». Hani Madia. Libertà. L’ipocrisia aiuta a vivere; l’invidia a morire. Roberto Gervaso. Il Messaggero. Non si riduca la voluttà, meglio il piacere erotico, a violenza, agonia, grida, puro godimento carnale; è anche calore, dolcezza, intimità di corpi. Questa intimità, questa travolgente sete di carezze animata da una personalità diversa dalla nostra, è inspiegabile. Di fronte all’amore, la logica umana è impotente. Marguerite Yourcenar: «Memorie di Adriano». Einaudi. Se avremmo vinto, avremmo rubato qualcosa. Fabrizio Lorieri. Cosa potrei desiderare di più? Mi manca solo di dirigere il traffico a piazza Venezia, a Roma, e di essere convocato dal Papa per fare il chierichetto in Vaticano. Enrico Brignano. Sette. I ricchi turchi amano gli eccessi. Per loro il troppo non è mai abbastanza. Amano Dubai, l’Arabia Saudita, Swarovski e amano i fronzoli. Stefanie Rosenkranz. Sette. Paolo Siepi