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 2012  gennaio 29 Domenica calendario

Quando entriamo in una toilette pubblica, che sia in un ristorante, su un treno, in un bar, pochi riescono a non pensare a quanto poco possa essere igienico un luogo tanto frequentato

Quando entriamo in una toilette pubblica, che sia in un ristorante, su un treno, in un bar, pochi riescono a non pensare a quanto poco possa essere igienico un luogo tanto frequentato. Ora uno studio pubblicato sulla rivista PLoS One conferma tutti i nostri timori: nei bagni pubblici vivono comodamente miliardi di batteri di tutte le specie, che colonizzano non soltanto il wc. Rubinetti, pavimenti, porte, maniglie sono tutti ben zeppi di germi. A leggere la ricerca condotta da Gilberto Flores e Noah Fierer dell’Università del Colorado, ce n’è per cercare di trattenere qualsiasi esigenza fisiologica fino al rientro a casa: i due biologi hanno raccolto campioni da tutte le superfici di 12 bagni pubblici, per metà riservati agli uomini e per metà delle donne. Quindi li hanno analizzati con sofisticati metodi di sequenziamento genetico in grado non solo di identificare le specie di batteri presenti, ma anche di capire da che fonte arrivassero i germi (se, ad esempio, dalla pelle, dalle urine, dal terreno). Nessun dubbio circa i risultati: batteri per tutti i gusti. La comunità più variegata abita i pavimenti, probabilmente perché a questo livello si trovano anche i batteri che si raccolgono con le scarpe dal suolo. La nostra pelle pare inoltre il veicolo più efficace per trasportare i germi nei bagni pubblici, soprattutto sugli oggetti che abitualmente tocchiamo. Ma ovviamente il water è abitato da frotte di microrganismi, per la maggior parte di origine fecale, così come i rubinetti dei lavandini e le maniglie delle porte. Interessante notare che ci sono significative differenze fra i bagni delle donne e quelli degli uomini. Non che il gentil sesso sia più «pulito», tutt’altro; cambiano tuttavia le specie presenti, perché nelle toilette femminili si trovano molti lattobacilli derivati evidentemente dalle urine. «Questi dati hanno implicazioni importanti per la salute pubblica — spiega Flores —. Alcuni dei batteri che abbiamo individuato, ad esempio gli enterobatteri o lo Stafilococco aureo che si trova sulla pelle, sono patogeni e possono perciò essere trasmessi da una persona all’altra semplicemente toccando le superfici delle toilette pubbliche. Metodi precisi come quelli impiegati per questo studio possono essere utili per "tracciare" la trasmissione dei batteri e anche per verificare le pratiche di igienizzazione dei bagni pubblici, che evidentemente lasciano a desiderare nella maggior parte dei casi». Non c’è, dunque, che seguire elementari e protettive norme igieniche quando si deve andare in un bagno pubblico: cercare di toccare il minimo possibile le superfici, lavare bene le mani prima di uscire (sperando che la toilette sia equipaggiata con dispenser e rubinetti a sensori, e che per asciugarsi ci siano salviette in carta o asciugatori ad aria), non toccare la maniglia all’uscita con le mani appena lavate. Meglio qualche piccolo equilibrismo di gomito o dotarsi di una salvietta per aprire, se non vogliamo vanificare gli sforzi fatti per detergersi accuratamente. E. M.