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 2012  gennaio 15 Domenica calendario

Anche l’800 aveva i suoi Moccia Ma adesso chi se li ricorda più? - FabioVolo, LucianaLittiz­zetto, Faletti, la Mazzan­tini

Anche l’800 aveva i suoi Moccia Ma adesso chi se li ricorda più? - FabioVolo, LucianaLittiz­zetto, Faletti, la Mazzan­tini. Sono i più venduti di questa settimana (e di tante altre, passate e probabilmen­te future). Poi ci sono i Moccia, i Ca­milleri, i Carofiglio: insomma, i be­stselleristi del 2011, del 2012 e an­che del 2013... Scrittori di cui oggi non possiamo fare a meno, ma che è arduo immaginare possano esse­­re letti anche dai nostri figli, e dai lo­ro. I bestselleristi di oggi, tra cen­t’anni li leggeremo ancora? I loro ti­toli, oggi strapopolari, a portata di mano in ogni autogrill e in ogni su­permercato, sopravviveranno nel­la memoria collettiva? Se il futuro si può immaginare ap­plicando gli stessi parametri del passato, allora i Volo, le Avallone, i Moccia, forse anche i Baricco e i De Luca, tra un secolo (anche meno) saranno dei signori nessuno. Co­me oggi sono dei signori nessuno i Michele Lessona , i SalvatoreFari­na , i Brocchi , gli Zuccoli , i Salvane­schi ... tutti autori scomparsi da tempo dalle librerie e dai manuali e che pure un tempo erano amatissi­m­i e molto ma molto più letti rispet­to ai Fogazza­ro, ai Pirandel­lo o agli Svevo (oggi dei classi­ci, all’epoca pe­rò mai entrati nelle top ten). Mastriani , Barrili , D’Am­bra , Gotta ... chi erano co­storo? Un tem­po Ciceroni, oggi carneadi. Che la critica non sia mai an­d­ata nella stes­sa direzione dei dati di ven­dita, si sa. Ma per capire quanto sia ef­fettivamente alto lo spread traivalorilette­raridaunapar­te e il successo commerciale dall’altro,biso­gner­ebbe spul­ciare una mon­tagna di dati e documenti ac­cumulati lun­go la centocin­quantenaria storia (editoria­le) del nostro Paese. Impresa compiuta da Mi­chele Giocondi, studioso esperto di storia dei consumi culturali, che nel saggio Ibestselleritaliani ( Mau­ro Pagliai editore) ricostruisce gli «indici di Borsa» del mercato libra­rio dal 1861, nascita del Regno d’Ita­lia, al 1946. Mentre un secondo vo­lume, in preparazione, sarà dedica­to al dopoguerra, fino- appunto- a Tamaro, Moccia, D’Avenia, Paolo Giordano. In due tomi, da Carolina Inverni­zio a Melissa P., come cambia la narrativa, e com’è cambiata l’Ita­lia. L’affermazione di autori come Salgari e Liala (fuori quota) o dei meno famosi Fraccaroli e Guido Milanesi , racconta molte cose sul­la cultura di un Paese, sulle sue mo­de, gli umori, i sogni, le paure e le os­sessioni in un determinato perio­do storico. Ma chi erano i bestelleristi del­l’ 800, i Saviano dell’età giolittiana, le superstar letterarie tra le due guerre? E soprattutto, che cosa scri­vevano? E quanto vendevano? L’antesignanadellefutureTama­ro è Enrichetta Caracciolo , una suora di clausura, uno dei longsel­ler nell’Italia appena fatta: I misteri del chiostro napoletano ( 1864), che l’editore Barbera acquisì dall’autri­ce in cessione perpetua per 1400 li­re e poi ristampò per decenni. Co­me tiratura eguagliò I miei ricordi di D’Azeglio (per assicurasi il quale lo stesso Barbera, due anni dopo, sborsò10milalire).Morale:l’edito­re diventò ricco, suor Enrichetta morì ottantenne, nel 1901, dimenti­cata da tutti. Anton Giulio Barrili , invece, già ghostwriter di Garibal­di, fu autore seguitissimo e prolifi­co: settantadue (!?) opere fra ro­manzi, novelle, diari. Il suo perso­nale bestseller fu Come un sogno , un bel feuille­ton uscito nel 1875 che nel 1910 aveva già raggiunto le 28mila copie e nel 1940 le 75mila, e che insiemeaglial­tri titoli sem­pre ristampati gli fruttava- co­me confessò a un amico ­«molti biglietti da mille ogni anno». Un po’ come il nostro Camilleri, in­somma. Poi, certo, c’erano anche gli ancor oggi celebri De Amicis , Verga e naturalmen­te Collodi , in assoluto l’auto­re italiano più venduto di tut­ti i tempi. Ma chi si ricorda oggi del medi­co fis­iologo Pa­oloMantegaz­za che col ro­manzo episto­lare Un giorno a Madera (1868) ­storia di un amore infelice tra due ti­sici, destinata a concludersi in ma­niera funebre per entrambi... una cosa alla D’Avenia,dài-ottenne un successo straordinario per un tota­le di 100mila copie vendute? Oppu­re Salvatore Farina , già da giova­nissimo un beniamino del pubbli­co, uno che a 28 anni aveva scritto dieci romanzi e c’era chi lo definiva il «Dickens italiano»? Carolina Invernizio , qualcuno forse se la ricorda: scrisse 130 ro­manzi (tra i quali un vero cult fu Il bacio di una morta , del 1886), fa­cendo la fortuna del suo editore Adriano Salani. Un caso letterario di proporzioni inaudite e mai più ri­s­contrate nel nostro panorama let­terario. Fino a Sveva Casati Modi­gnani... anche lei osannata dalle ca­salinghe e snobbata dagli intellet­tuali, entrambi di Voghera. Ancora. Umberto Notari con Quelle signore (1904), un romanzo che parlava del mondo delle prosti­tute attraverso le confessioni di una di loro di nome Marchetta, se­gnò un’epoca. Grazie allo scanda­lo, la censura e due processi per oscenità, vendette in quattro mesi 150mila copie: nel 1925 arrivò a 580mila e, tradotto in mezza Euro­pa, in due anni superò il milione di copie. Sì, esatto: più o meno come Aldo Busi. A proposito di prurigini& marketing... Guido Da Verona , il più amato romanziere tra le due guerre, rimane insuperato quanto adiffusione, tiratureevendite(esat­tamente 15 volte quelle di D’An­nunzio!). Però morì suicida...Men­­tre l’ebreo Pitigrilli , tra gli anni Ven­ti e i Trenta, con i suoi otto romanzi­scandalo a base di sesso, cocaina e dissoluzionearrivò(recordassolu­to) ai due milioni e mezzo di copie. Poi si convertì al cattolicesimo. E Mario Mariani ? Vendette uno sfracello. Solo con La casa dell’uo­mo , uscito nel 1918 e ristampato fi­no al 1943, pieno zeppo di scene pornografiche (per l’epoca...), toc­cò le 70mila copie. E del suo Le ado­lescenti qualcuno dirà che anticipò la Lolita di Nabokov. Certo che pe­rò, la nostra Melissa P.è tutta un’al­tra cosa...