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 2011  ottobre 05 Mercoledì calendario

Tunisia ubriaca di democrazia: ottanta partiti per un governo - Fino al gennaio 2011, un solo partito in Tunisia - quello del pre­sidente- vinceva le elezioni, con il 90 per cento dei voti

Tunisia ubriaca di democrazia: ottanta partiti per un governo - Fino al gennaio 2011, un solo partito in Tunisia - quello del pre­sidente- vinceva le elezioni, con il 90 per cento dei voti. Sabato è co­minciata l’affollata campagna elettorale per il primo voto libero del Paese nel dopo Ben Ali. Sette milioni di elettori andranno alle urne il 23 ottobre per eleggere l’As­semblea costituente. Ed è ressa elettorale. A contendersi 218 seg­gi ci sono oltre 10mila candidati, 1.600 liste. I partiti in gara sono 81. Nei giorni prima dell’inizio della campagna, le fotografie in arrivo dal Paese mostravano lunghe file di cartelloni con il disegno di una interminabile serie di caselle nu­merate, che ora ospitano i manife­sti con­le facce dei candidati e i sim­boli dei partiti. A Sidi Bouzid, citta­dina rurale del centro della Tuni­sia, dove il suicidio del giovane Mohamed Bouazizi ha fatto parti­re la rivoluzione e il contagio ara­bo, gli elettori dovranno scegliere tra ben 64 liste. Per Naziha Rejiba, giornalista tunisina nota per la sua opposizione al regime del rais Zine el Abidine Ben Ali, questa «è la rivincita: i tunisini ci sono, non sono morti». Un così alto numero di partiti ri­schia però di diluire il voto, di frammentarlo, di creare confusio­ne tra un elettorato abituato a de­cenni di sterilità politica. In parte, secondo quanto raccontano i son­daggi, questo è quello che sta suc­cedendo: il 45 per cento della po­polazione non si è ancora iscritto alla liste dei votanti e più della me­tà degli elettori non sa ancora a chi dare la sua preferenza. Nonostan­te oggi in Tunisia tutti parlino di politica, e non più di pallone, co­me ai tempi di Ben Ali, nonostan­te i molti talk show, le conferenze, i programmi radiofonici che han­no come obiettivo la formazione di una coscienza politica,l’esube­ranza dei numeri rende l’indeci­sione maggiore. Per far fronte al problema sono perfino nati siti in­ternet che aiutano il cittadino a ri­trovarsi nell’affollata piazza elet­torale: su tunivote. net o ikhtiartou­nes. org , l’utente potrà sapere in pochi minuti quali sono i partiti più vicini alla sua sensibilità. Se per alcuni l’alto numero di liste e partiti rischia di frammentare il vo­to, a danno della governabilità, Naziha Rejiba spiega che secon­do lei la confusione «è destinata a sparire: ci penseranno le elezioni a fare pulizia. Dopo il voto il pae­saggio politico sarà rimodellato, le linee saranno più distinte e re­steranno pochi partiti». E già nei primi giorni della campagna, i son­daggi hanno fatto capire quali sa­ranno i volti e i simboli che emer­geranno dalle urne. Gli islamisti del partito fuorilegge ai tempi di Ben Ali, Ennahda, potrebbero prendere più del 20 per cento del­le preferenze. Dietro di loro,un al­tro volto dell’opposizione storica, quello di Nejib Chebbi, capo del Partito democratico progressista, gruppo centrista. Tra gli altri movi­menti che sembrano avere una buona base elettorale, il partito so­cial democratico Ettakol. Emerge anche la figura di Moncef Mar­zouk, uno degli oppositori a Ben Ali più noti all’estero,da dove ope­rava in esilio, oggi a capo del Con­gresso per la Repubblica. La rissa elettorale tunisina, fi­glia della prima rivoluzione ara­ba, si ripropone anche al Cairo. La stagione elettorale egiziana, che durerà nove settimane, si apre a fi­ne novembre. Nel Paese, già dai primi giorni dopo la caduta di Mu­barak, a febbraio, una nuova leg­ge sulla formazione dei partiti ha dato il via all’euforia politica, con la nascita di decine e decine di gruppi. «Il problema- ha spiegato un membro del neonato Partito social democratico egiziano - è che i nuovi movimenti politici co­me il nostro sono ancora troppo deboli per competere con gruppi organizzati e radicati sul terreno da decenni come i Fratelli musul­mani », il più grande gruppo isla­mista egiziano, storica opposizio­ne al regime.