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 2011  ottobre 05 Mercoledì calendario

IN GIRO NON C’È PIÙ UN EURO: LA GRECIA TORNA AL BARATTO


Sempre più si fanno paralleli tra la crisi attuale della Grecia e quella di dieci anni fa in Argentina. Adesso, come nell’Argentina del 2002, anche in Grecia è riapparso il baratto. Anzi i baratti, dal momento che in varie città sono nati meccanismi diversi. A Volos, città della Tessaglia da 140.000 abitanti dove sono nati Giorgio de Chirico e il musicista Vangelis, c’è ad esempio il Tem. In greco, è la sigla di Unità Locale Alternativa: non si usa solo al posto dell’euro, ma anche come integrazione, dal momento che ci si possono ottenere sconti ai negozi. Ma ci si scambiano soprattutto cibo fatto in casa, consulenza software, servizi da baby-sitter, giardini per fare feste, lezioni per apprendere a suonare strumenti musicali o lingue. Soprattutto questi ultimi fanno furore: segno che la gente si prepara per emigrare?
Il Tem di Volos presuppone comunque un’iscrizione a Internet, e ha un grado di sofisticazione che ricorda più una carta di credito, che non i mercati del neolitico. Un’unità di Tem ha infatti il valore di un euro, e si può utilizzare per scambiare beni e servizi. I membri aprono i propri conti partendo da zero, accumulano crediti offrendo prodotti e servizi, e li perdono acquistando. Si possono anche chiedere prestiti: fino a 300 Tem. Ma bisogna restituirli entro un periodo di tempo determinato. Si possono anche ottenere assegni, con un timbro speciale per evitare le falsificazioni. Cresciuta in breve da 50 a 400 membri, la rete conta anche se un veterinario, una ottica e una modista, che accettano i Tem in cambio dei propri servizi. Gli utenti possono anche dare voti o fare suggerimenti, per migliorare il servizio. E ogni mese viene anche organizzato un mercato all’aperto in Tem.
Un’altra rete sta a Patrasso: città del Peloponneso che con i suoi 210.000 abitanti è la terza della Grecia, dopo Atene e Salonicco. Lì l’unità di scambio è invece chiamata obolo: come la moneta che gli antichi greci mettevano nella bocca dei defunti, per permettere loro di pagare il passaggio sulla barca di Caronte. Oltre a baratto e moneta alternativa contabilizzata via Internet contempla anche una “banca del tempo”, in cui si possono contabilizzare servizi come assistenza medica o lezioni di lingue, che, di nuovo, nella Grecia di oggi vanno come il pane. Una terza rete è a Agialeia, nell’antica Acaia. È gestita da un’associazione “Economia amica”, che ha 3000 iscritti, e che organizza mercatini con un servizio di arbitrato, in caso di dispute sul valore delle utilità scambiate. Anch’essa ha poi istituito l’elikion, moneta autogestita del valore di 90 centesimi: altri 10 li prende l’Associazione.
In Parlamento è stata già votata una legge per appoggiare queste reti. Come in Argentina, il baratto serve a compensare sia la rarefazione della moneta, sia la crescente informalizzazione dell’economia. Quando già le reti di baratto argentine erano arrivate a interessare 6 milioni di persone con 6200 centri di scambio e una fatturazione da 400 milioni di crediti al mese, però, il sistema collassò, per l’impossibilità di evitare le crescenti falsificazioni. Nel frattempo, comunque, il peso si era ripreso.

Maurizio Stefanini