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 2011  ottobre 04 Martedì calendario

MADONNINA-CAMPOSANTO: 0-1 AMEN

Deve migliorare la tecnica individuale Edoardo Blondett, esterno del Valenzana (Piemonte) che ha cercato di colpire con una pallonata un guardalinee, per ben due volte, senza mai riuscire nell’impresa. La squalifica tiene conto anche del rammarico del calciatore espresso più tardi, ma solo “per averlo mancato”. Era decisamente più dura per quel tifoso della Narnese (Umbria) che “infilava l’asta di una bandiera tra le fessure di un cancello per cercare di colpire un guardalinee” quando questi arrivava a tiro, anche lui “senza riuscirvi”. Sembrava Kabul invece era Teramo. Al minuto 3 del primo tempo un petardo è scoppiato a pochi centimetri da un guardalinee, rimasto stordito per un po’. Passano due minuti ed ecco un altro petardo colpire i soccorritori – le due esplosioni ravvicinate, tecnica usata anche in Afghanistan e Iraq – stavolta a restar secco è un calciatore che sta facendo riscaldamento. Settecento euro di multa all’Acqui (Piemonte) per insulti “all’arbitro e ai suoi consanguinei”. I dirigenti dell’Atletico Corato (Puglia) dopo il gol vittoria contro il Manfredonia hanno fatto uscire dal campo tutti e sei i raccattapalle. A Lucca un guardalinee è stato colpito da sputi e da un sigaro acceso. Riccardo Piccini della Fornolese (Umbria), ha adottato la fase difensiva detta “alla Willy il Coyote”. Nell’azione di un calcio d’angolo ha spinto un avversario da dietro mandandolo a sbattere contro il palo della porta, di faccia, come Willy contro il muro, “facendo sì che il giocatore rimanesse a terra qualche minuto”. E ci credo.
GENNARO GRILLO, allenatore del Cologna Paese (Abruzzo) ha approfittato dell’intervallo per “far cadere a terra, con un violento schiaffo, l’allenatore avversario. I tifosi locali, simpatici, a fine gara “rivolgevano ingiurie alla terna e ai loro familiari e ne ostacolavano la partenza con le auto, tra l’indifferenza dei dirigenti locali”. Un “soggetto non identificato”, in casa del Cariati (Calabria) nell’intervallo è invece entrato nello spogliatoio arbitrale, gli ha puntato l’ombrello sul collo premendo con forza, e gli ha intimato qualcosa in dialetto stretto. Tornerà disponibile solo fra tre mesi Matteo Cuzzolin, capitano del Ronchi Calcio (Friuli Venezia Giulia). In pieno recupero, sotto di due gol, sta per batter un fallo laterale. E che fa, il capitano? Lancia il pallone con violenza contro l’arbitro – impreparato e raggiunto sopra l’orecchio – il dolore che andrà via solo il giorno dopo. Si consoli, è andata assai peggio a Mario Di Maria, vice allenatore del Lame Calcio (campionato allievi Emilia Romagna) picchiato a fine gara da due tesserati del Boca Pegaso: ha finito il pomeriggio sportivo – si fa per dire – in ambulanza all’ospedale maggiore di Bologna, intervento chirurgico guaribile in 60 giorni per la riduzione della triplice frattura allo zigomo sinistro, alla parete orbitale e seno mascellare, con applicazione di placca al titanio. Madonnina-Camposanto – seconda categoria Modena – è finita 0-1. Amen.