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 2011  ottobre 04 Martedì calendario

CONTI GRECI A PICCO: DEBITO 2012 AL 173%

La Grecia promette alla troika Ue-Fmi-Bce di mettere in mobilità 30mila statali al 60% dello stipendio e poi licenziarli se entro un anno non troveranno un posto di lavoro alternativo all’interno della pubblica amministrazione, mentre conferma che non riuscirà a raggiungere i target di bilancio per il biennio 2011-12 concordati per il proprio salvataggio nel luglio scorso.

Atene prevede per l’anno in corso un deficit dell’8,5%, contro la stima precedente del 7,6%, mentre nel 2012 il deficit sarà pari al 6,8% del Pil contro il 6,5% previsto. In forte calo anche i consumi interni che scenderanno del 6,2% quest’anno e del 3,8% il prossimo. L’inflazione si attesterà al 2,8% nel 2011 e allo 0,6% nel 2012.

A preoccupare è l’aumento della crescita negativa che invece del -3,9% nel 2011 arriverà a -5,5% e dallo 0,6% resterà inchiodata a -2,5 per cento nel 2012.

Dati che fanno calare le entrate e aumentare la disoccupazione (che vola al 15,2 e 16,4% rispettivamente nel biennio), con un debito pubblico che raggiungerà il 172,7% del Pil nel 2012. Per convincere la troika, Atene ha promesso di introdurre nuove tasse sugli immobili, ridurre i salari dei dipendenti pubblici del 20%, le pensioni oltre i 1.500 euro, abbassare la soglia di esenzione fiscale da 8mila a 5mila euro e il numero degli statali di un quinto entro il 2015. «Le misure di austerità supplementari annunciate per il 2011 ed il 2012 equivalgono a 6,6 miliardi di euro», ha precisato il ministero greco delle Finanze in un comunicato.

La situazione dopo l’ammissione dell’ennesimo "sfondamento" risulta ancora più ingarbugliata in quanto se da un lato gli sforzi per una correzione del deficit statale devono continuare (questo taglio di spese è stato presentato ieri nel bilancio 2012 in Parlamento e verrà votato entro fine mese), dall’altro il malcontento della popolazione è in costante aumento.

In questo quadro di peggioramento delle condizioni il secondo piano di aiuti, che prevede la concessione di altri 109 miliardi di euro ad Atene e la partecipazione dei creditori privati al salvataggio, attraverso uno swap e un taglio del 21% dei loro credito, potrebbe non bastare più. In realtà da tempo molti esperti e alcuni paesi europei sostengono che il taglio dovrà essere almeno del 50 per cento.

Ma è la misura della «mobilità temporanea dal lavoro» decisa domenica sera dal Consiglio dei ministri greco nei confronti di 30mila dipendenti statali che saranno alla fine licenziati continua a suscitare accese polemiche nel Paese. Nea Dimocratia,(Nd, di centrodestra), il principale partito d’opposizione in Grecia si è opposto alla decisione. «Non si era mai visto finora - ha dichiarato Giannis Michelakis, portavoce del partito, dopo il comunicato seguito al Consiglio dei ministri - che un Governo consideri il licenziamento come una misura più equa del non licenziamento». Ma se il numero dei dipendenti pubblici greci è di 727mila unità, quasi uguale ai 746mila impiegati del turismo, che da solo contribuisce al 16% del Pil, la troika ha ragione a chiedere di ridurre gli statali del 20% entro il 2015. Un dipendente pubblico per ogni cameriere è un rapporto insostenibile a ogni latitudine.