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 2011  ottobre 04 Martedì calendario

Sembra incredibile che il sarcasmo di Indro Montanelli potesse raggiungere vette ancor più acuminate rispetto ai leggendari «Controcorrente», i suoi corsivi quotidiani sul «Giornale»

Sembra incredibile che il sarcasmo di Indro Montanelli potesse raggiungere vette ancor più acuminate rispetto ai leggendari «Controcorrente», i suoi corsivi quotidiani sul «Giornale». Eppure è così. Lo dimostra il volume Ricordi sott’odio. Ritratti taglienti per cadaveri eccellenti, in libreria da oggi per Rizzoli (pagine 223, 17). Qui troviamo un’antologia di epitaffi, quasi tutti inediti, che Montanelli — spiega nell’introduzione il curatore Marcello Staglieno — aveva scritto per le tombe di vari personaggi, a partire dagli anni Cinquanta, buttandoli giù di volta in volta su tovagliette di carta, su bloc notes, su fogli sparsi. «Una Spoon River all’acido prussico», la definisce Staglieno. Scrittori come Alberto Moravia e Riccardo Bacchelli, politici come Guglielmo Giannini e Pietro Nenni, attrici come Alida Valli e Ingrid Bergman, perfino il sommo pontefice Pio XII: tutti vengono messi alla berlina attraverso lapidi funerarie che ne sbeffeggiano i difetti e le debolezze umane in modo fulminante e crudele. Non c’è pietà per nessuno, come si vede dagli esempi riportati qui a fianco: Piero Calamandrei viene inchiodato al suo assillo di essere sempre più a sinistra di tutti; Wanda Osiris alla sua vanità di soubrette; Palmiro Togliatti all’ipocrisia del suo credo ideologico; Mario Soldati alla smania di protagonismo; Enrico Mattei all’ambizione smodata di progetti faraonici pagati dal contribuente. Giudizi a volte ingenerosi, sempre divertenti Vi traspare nitida la lezione del maestro di Montanelli, Leo Longanesi, che per la bassa statura si definiva appunto «carciofino sott’odio». Un’autoironia che non mancava neppure a Indro, capace di dedicare a se stesso il seguente epitaffio: «Genio compreso / spiegava agli altri / ciò / ch’egli stesso / non capiva». Antonio Carioti