Raffaella Polato, Corriere della Sera 4/10/2011, 4 ottobre 2011
Minimizza, Confindustria. Non può certo negare che lo strappo del Lingotto sia un brutto, bruttissimo colpo d’immagine
Minimizza, Confindustria. Non può certo negare che lo strappo del Lingotto sia un brutto, bruttissimo colpo d’immagine. Ma un colpo anche alle sue «casse», o al suo «peso» nella rappresentanza? Ma no. A chi lo dice, Viale dell’Astronomia oppone i numeri. Nota ufficiale: «In termini di addetti Fiat rappresenta lo 0,8% dell’intero sistema, dal lato contributivo l’1%, poco meno di 5 milioni di euro». Vero. Come è vero che è così da anni. Proprio queste cifre mettono a nudo una delle grandi contraddizioni della Confindustria era Duemila. L’associazione delle industrie private ha in realtà, tra i suoi principali contribuenti, industrie pubbliche. Poste, Eni, Enel, Ferrovie, Finmeccanica. Stanno loro, ai primi posti. Fino a ieri erano bilanciate «anche» da Fiat. Dal 2012, alla pari i privati avranno di fatto solo Telecom. Pure quella, ex Stato. Parola che spesso confligge con mercato.