Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 21/9/2011, 21 settembre 2011
IL FATTO DI IERI - 21 SETTEMBRE 1943
Fu la prima città del Mezzogiorno a insorgere contro i nazifascisti. Nella Lucania povera del post 8 settembre, fu Matera a dare il via al vento della rivolta nel Meridione, a ribellarsi alla logica barbara della “terra bruciata” dei soldati di Hitler, in rancorosa ritirata. E a pagare un tragico prezzo di sangue. In anticipo sulle Quattro Giornate di Napoli, Matera visse le sue “storiche tre ore”, come le definirà Carlo Levi, quelle del 21 settembre ’43, quando in un conflitto a fuoco, due soldati tedeschi che stavano saccheggiando un’oreficeria,verranno uccisi innescando la scintilla della feroce rappresaglia nazista. In un carosello furioso le camionette tedesche mitragliano alla cieca cose e persone. Saltano in aria case, la centrale dell’elettricità e il Palazzo della Milizia, in cui inceneriscono 13 persone tenute in ostaggio. In reazione al terrore tedesco, la città diventa un teatro di guerriglia. Contadini, professionisti, gente di ogni ceto e mestiere, si armano e insorgono. Incalzati dalla furia popolare e dall’imminente arrivo dell’VIII Armata alleata, i tedeschi si arrendono. Alla fine i morti della “Strage di Matera” saranno 21. Eroi della dimenticata Resistenza del nostro Sud.