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 2011  settembre 21 Mercoledì calendario

LEGAMI

Come «sublimare i sensi» rischiando di strozzarsi

Paola Caputo, 24 anni. Leccese, trapiantata a Roma per l’università e costretta a turni di call center per sopravvivere, figlia di una professoressa di liceo che insegna catechismo all’Azione Cattolica, un fratello poliziotto e un altro morto cinque anni fa in un incidente stradale. Lunghi ricci bruni e labbra morbide, detesta il suo corpo troppo grasso e ciononostante è una «ragazza allegra, dalla risata contagiosa». Intelligente e curiosa di tutto, appassionata di fotografia, da qualche anno ha scoperto il mondo dei locali romani dove si pratica il sesso estremo, e ci si trova bene. In particolare è attratta dallo shibari, parola giapponese che sta per «legatura erotica». [1]

Federica Fantini, 23 anni. Amica di Paola (si sono conosciute nel mondo underground romano), alterna la facoltà di Psicologia con il lavoro di usciere nel palazzo dell’Agenzia delle Entrate in via Settebagni. Grassa pure lei, qualche scivolone nelle droghe, su Facebook ha tra i suoi amici il sito di bondage e sadomaso “Sottile piacere” che definisce lo shibari «un modo per sublimare i sensi, un’altra via per raggiungere il piacere e l’appagamento». [2]

Soter Mulè, 42 anni. Ingegnere meccanico, ex fidanzato di Federica. Appassionato di musica rock, fotografia e pornografia estrema, in particolare il bondage, di cui si proclama maestro. Il suo nome di battesimo in greco significa «salvatore». «...Ragazzo perbene diplomato nell’istituto delle Religiose dell’Assunzione e poi laureato a Tor Vergata, che fino a ieri dormiva a casa della madre a Nemi, alle porte di Roma, e collaborava con la Ceo & Founder, società informatica in cerca di talenti. Un quarantenne come tanti, a cui però il bondage e lo shibari dovevano aver smosso qualcosa di serio e profondo nella sua psiche irrisolta. Come nickname aveva scelto Kinbaku, che è l’altro modo di definire la tecnica giapponese di trarre orgasmi dalla legatura del corpo. Nel profilo Facebook aveva inserito lo scrittore di fantasy George R.R. Martin ma anche il crudele amministratore di sistemi Bofh, l’Operatore bastardo venuto dall’inferno; tra i suoi idoli musicali ecco gli psichedelici Cardiacs; i videogiochi, un’altra passione; e tra gli hobby, oltre alla fotografia e alle banche-dati, il Kung Fu» (Fabrizio Peronaci). [3]

Il pomeriggio di venerdì 9 settembre Soter Mulè dà appuntamento via Facebook a Paola e Federica e verso le 19 passa a prenderle. I tre vanno in un pub per un aperitivo con altri appassionati di bondage, cenano, poi girano per locali bevendo tanta birra e rum e fumando hashish. A un certo punto, mentre viaggiano sulla Hyundai Jazz di Mulè, hanno l’idea di organizzare una seduta di «shibari» e si dirigono verso Settebagni perché Federica, che lavora lì, sa che si può entrare nel garage. [4]

Nel portabagli dell’auto dell’ingegnere, riviste erotiche, corde, fruste, falli di gomma, palline, stimolatori clitoridei muniti di scarica elettrica ecc. [5]

Verso le tre del mattino, Soter, Paola e Federica scendono nel vano caldaia del sotterraneo, lui inizia a legarle, passando la stessa corda sul grosso tubo della caldaia e poi in varie parti del corpo delle ragazze, fino al collo e ai polsi: «Un ultimo nodo e le due giovani finiscono appese, a farsi da contrappeso l’una con l’altra: una scende verso terra, l’altra sale verso l’alto con un saltello, dandosi la spinta con le punte dei piedi, come una specie di grottesca altalena. Lo strozzamento che la corda provoca al corpo che sale dovrebbe produrre anche una sensazione simile all’orgasmo, fra dolore e piacere» (Francesco Grignetti). [5]

Il gioco dovrebbe durare un’oretta ma dopo pochi minuti qualcosa va storto. Verso le 4 del mattino, Federica rimane troppo tempo per aria, e non è più in grado di tenere il ritmo. Sviene perché è mancato per troppo tempo l’ossigeno, si affloscia sulle ginocchia ma così facendo tira a sé troppo la corda, che immancabilmente strangola l’altra. «Paola Caputo è morta mentre la sua amica boccheggiava ai suoi piedi, e intanto l’ingegner Mulè si rendeva conto di avere spinto troppo in avanti le cose, e realizzava per di più di non avere neanche con sé un coltello per interrompere la bilancia. È corso in macchina, al garage del piano di sopra, ma quando è tornato indietro non c’era più nulla da fare. Ha avuto l’onestà di chiamare i soccorsi» (Francesco Grignetti). [5]

Sono le 4,45 del mattino quando Mulè chiama il 118. Medico e infermiere si trovano di fronte a un cadavere e a una ragazza in condizioni gravissime (entrambe hanno tutti i vestiti addosso). Federica è ricoverata in ospedale in prognosi riservata: ha sofferto di una «ipossia cerebrale prolungata», il cervello che rimane senza ossigeno per lunghi, interminabili minuti. I medici temono che possa avere riportato danni permanenti. [6]

«Lo so che, detto adesso, sembra un’assurdità ma io sono stato sempre attentissimo alle regole di sicurezza. L’ho sempre raccomandato a tutti: nel bondage non bisogna correre rischi... Ho seguito dei corsi di shibari, non sono uno sprovveduto. È stato un incidente» (Soter Mulè, ai domiciliari per omicidio preterintenzionale). [7]

Sulla pagina di Soter Mulè, i commenti beffardi della comunità sadomaso: «Principiante», «imprudente», «incapace». [10]

Ilaria Aquili, organizzatrice di eventi nei locali romani aperti al sadomaso, definisce Soter «un professionista, una persona raffinata, colta, non certo un esaltato. Da anni partecipa con le sue foto ispirate al bondage ai miei festival d’arte erotica». Ma se è così, cosa diavolo ci faceva il bell’ingegnere dalla faccia da ragazzino in un lurido sotterraneo di periferia? «È questo che ci sconvolge. Di certo non delle fotografie, perché avrebbe scelto altre modelle, non così grasse, e poi perché quello non poteva essere un set: mancavano luci, fondali, il truccatore... Deve essere stato un impulso, un gioco cretino». [8]

Il maestro di bondage Stefano La Forgia, 41 anni, titolare del negozio Alcova, a due passi da piazza Navona, uno dei due punti di ritrovo (l’altro si chiama Veleno) per i seguaci di «bondage, disciplina, dominio, sottomissione, sadismo, masochismo» (Bdsm) della Capitale. «Soter e le due ragazze avevano frequentato i miei corsi di legatura erotica in un locale dell’Arci. Li vedevo spesso insieme, erano molto amici, andavano spesso a bere qualcosa insieme ma non sapevo che facessero sesso tra loro». [9]

Stefano La Forgia: «Non siamo maniaci. Noi siamo normali, semplicemente diamo retta all’istinto. Da piccolo magari giocavi all’indiano e ti piaceva sentirti legato al palo, adesso che sei grande ti piace farti mummificare. Oppure la ragazzina che giocava alla principessa e teneva in mano una bacchetta, a 20 anni si sente dominatrice e vuole avere uno schiavetto tutto per sé. Queste sono pulsioni, non è violenza. Violento semmai è l’uomo ubriaco che picchia la moglie. Eppure, purtroppo, ci sentiamo carbonari, viviamo nell’ombra, come trent’anni fa capitava ai gay». [11]

A Roma gli appassionati di bondage, circa 400, si incontrano tutti i mercoledì in un locale di Prati. «Tra loro ci sono anche un professore universitario, un chirurgo, un giornalista, dei dirigenti d’azienda, ci sono studenti e casalinghe, ma per carità niente nomi: “Saremmo rovinati”» (Massimo Lugli). [9]

I siti più frequentati dagli italiani appassionati di bondage: «Legami», «Bacarosadico» e «Sadomatti». [11]

«Ci sono molti elementi grotteschi, nello shibari in salsa italiana: nickname improbabili, parole d’ordine fuori misura, personaggi che sembrano più attratti dal pecoreccio che dal pensiero orientale. Si prenda il Grande Artista Soter Mulè, [...] chiamato dai sodali con l’eponimo Kinbaku, che designa la “legatura stretta e il soffocamento che fa raggiungere il piacere”. Il che sarebbe come chiamare un cuoco: la Gastronomia; un ciclista: il Ciclismo; un sacerdote: la Religione. Insomma, un maestro, anzi il Maestro. Neanche però lo si può collocare nella tipologia canonica e usurata delle doppie personalità alla dottor Jekyll e Mr Hyde, per intenderci, perché pare che nel suo sito non facesse che esibire le fotografie che testimoniavano il suo hobby preferito di “mezzo fotografo, mezzo progettista”, come si definisce online, in cerca di “qualcuno con la passione della creatività e della comunicazione visiva” (il tutto in inglese, ovvio: “with passion for creativity...”). Progettista di che? Di cablaggi e sistemi informatici, di serate fetish e festival di erotismo soft: l’ultimo pop porn romano, a cui l’ingegner Mulè ha dato il suo contributo come esperto di Bondage Management, era dedicato alla “Poppa del Mondo” e prevedeva, tra gli altri appuntamenti imperdibili, un “Torneo di tiro col fallo” in onore di Robin Hood». [12]

«C’è a chi piace l’ostrica cruda e chi invece l’ostrica lo fa vomitare, no? E allora perché vi scandalizzate, ipocriti!, funziona così anche per il sesso» (Stefano La Forgia).


Soter Mulè, lunedì 5 settembre, aveva scritto su Facebook: «Qualcuno stanotte è morto». «Uno scherzo, una premonizione? Oppure qualcosa di terribilmente più concreto? [...] Tanto più che, in un post immediatamente successivo, Pischella Bionna Incazzosa aveva risposto: “Chez moi aussi”, anche a casa mia. Non è che, in questa storia insieme surreale e tragicamente vera, di morti ammazzati dal bondage ce ne sono altri?» (Fabrizio Peronaci). [8]

(A cura di Roberta Mercuri)

Fonti: [1] Francesco Grignetti, La Stampa 11/9; Ester Palma, Corriere della Sera 11/9; Massimo Lugli, la Repubblica 11/9; [2] Francesco Grignetti, La Stampa 11/9; Massimo Lugli, la Repubblica 11/9; [3] Fabrizio Peronaci, Corriere della Sera 11/9; Francesco Grignetti, La Stampa 11/9; [4] Francesco Grignetti, La Stampa 11/9; Il Messaggero 13/9; [5] Francesco Grignetti, La Stampa 11/9; [6] Ester Palma, Corriere della Sera 11/9; Massimo Lugli, la Repubblica 11/9; [7] Massimo Lugli, la Repubblica 11/9; [8] Fabrizio Peronaci, Corriere della Sera 11/9; [9] Massimo Lugli, la Repubblica 11/9; Fabrizio Caccia, Corriere della Sera 12/9; [10] Ilaria Sacchettoni, Corriere della Sera 13/9; [11] Fabrizio Caccia, Corriere della Sera 12/9; [12] Paolo Di Stefano, Corriere della Sera 12/9.