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 2011  settembre 21 Mercoledì calendario

«Shakespeare? Era un cattolico Fedele a Roma, tacque per paura» - Su William Shakespeare si è scritto di tutto

«Shakespeare? Era un cattolico Fedele a Roma, tacque per paura» - Su William Shakespeare si è scritto di tutto. Che forse non è mai esistito, che forse dietro dilui c’è Francis Bacon, o for­se Christopher Marlowe. Che forse era ebreo, che forse era siciliano, che forse era una donna... Tutto un forse. E forse era persino cattolico. Rowan Wil­liams, arcivescovo di Canterbury e pri­mate della Comunione Anglicana, a giugno ha dichiarato: «Penso che Shakespeare avesse un retroterra cat­tolico ». “Lanciando” così la tesi soste­nuta dall’anglista Elisabetta Sala nel suo nuovo saggio, provocatorio e do­cumentato, L’enigma di Shakespeare. Cortigiano o dissidente? (Ares). In cui si sostiene la tesi di un Bardo dell’Avon fervente sostenitore, seppure occulto, della Chiesa di Roma. Quali sono le prove della cattolici­tà di Shakespeare? «Se per “prove” intendiamo esplici­te dichiarazioni di cattolicesimo da parte dell’autore, ovviamente non ne abbiamo. Ma non ci sono nemmeno per Dante o per Tolkien, se è per que­sto... A quei tempi, poi, un’afferma­zione del genere sarebbe stata un suicidio. Abbiamo, d’altro canto, numerosi indizi, sia nella vita, sia nel­l’opera, che, messi insieme, non la­sciano spazi a dub­bi ». A partire dal fatto che molti storici ricono­scono che la famiglia di Shakespeare era cattolica... «È così. Purtroppo, pe­rò, l’importantissimo testa­mento spirituale di John Shakespeare, rinvenuto nel Settecento, è poi andato perdu­to. È probabile che sia stato di­strutto deliberatamente da studiosi che vollero truccare le carte». Perché? «Perché uno Shakespeare cattolico era ripugnante per chi riteneva che i papisti fossero una tribù retrograda e superstiziosa. Per i liberal-Whigs del ’700 - e anche per quelli odierni... - tut­to si poteva accettare tranne il cattoli­cesimo. “ ABC,Anything But Ca­tholic”. Soprattutto se il “so­spetto” era il poeta nazio­nale ». È provato che alcuni suoi parenti e amici furono perseguitati durante la repressione anticattolica ordi­nata dalla regina d’Inghil­terra Elisabetta I. «Sì. La figlia Susanna compare nelle liste di ricusanza nel 1606, quelle com­pilate in seguito alla “Congiura delle polveri”: i ricusanti erano i cattolici che rifiutavano di presentarsi al servizio religioso di Stato obbligatorio per legge. Il padre John vi era comparso nel 1592. La famiglia della madre fu perseguitata in modo più pesante: il ca­pofamiglia fu accusato di alto tradi­mento insieme al genero nel 1583 e squartato sul patibolo per la sua religio­ne ». Qualcuno azzarda l’ipotesi che ne­g­li anni di cui in Inghilterra si è per­sa ogni traccia biografica, Shake­speare fosse a Roma come cattoli­co «clandestino»... «Un’ipotesi molto interessante. Ma un’ipotesi». Lei sostiene che gli indizi più forti che rivelano Shakespeare cattoli­c­o sono da ricercarsi nei versi del­la sua poesia. In che modo la cat­t­olicità di Shakespeare ha ispi­rato le sue opere? «Il cattolicesimo shakespea­reano è l’unica chiave che per­metta di far quadrare il puzz­le della sua opera. Lungi dal­l’esaurirne la profondità, la aumenta enormemen­te. Si tratta di un livello al­legorico profondo, che emerge lungo tutto il canone e ne diventa l’elemento unifica­tore ». Sì, ma quali so­no i temi «catto­lici »? «Il rimpianto per un antico ordi­ne irrimediabil­mente perduto e soppiantato da uno nuovo, falso e corrotto; la liceità o meno della ri­bellione per chi ab­bia subìto una for­te ingiustizia; l’esi­l­io dei buoni e un’in­vasione straniera che viene a risollevare le sor­ti di un Paese­percosso e fe­rito dai propri governanti...». Ai tempi di Shakespeare il cattolicesimo era bandito e i fedeli al Papa perseguitati. Pe­rò lui e la sua compagnia erano ammessi a Corte... «I criptocattolici erano di fatto numerosissimi e includevano molti rappresentanti dell’ari­stocrazia terriera, di cui faceva parte anche il più noto mecena­te di Shakespea­re, il conte di Sou­thampton. Per tutto l’arco della sua opera il grande drammaturgo gra­vitò intorno a quegli ambienti. Quanto agli artisti, a volte il loro genio ne com­pensava la scarsa affidabilità politica: il maestro della cappella reale, per dir­ne uno, il musicista William Byrd, era cattolico e ricusante ma protetto dalla regina». Elisabetta I conosceva il “segreto” di Shakespeare? «Difficile dirlo. Non esisteva, allora, un’edizione dell’opera omnia shake­s­peariana da usare contro di lui per rin­tracciare tutti gli elementi equivoci o apertamente sovversivi. Certo egli fu molto audace. I suoi giochi di luce e ombra furono però tanto abili da non lasciare mai emergere dettagli incrimi­nanti al di là di ogni dubbio».