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 2011  settembre 21 Mercoledì calendario

Maxisequestro in vista per l’editore rosso: Soru rischia 10 milioni - Settembre nero per il patron dell’ Unità Renato Soru

Maxisequestro in vista per l’editore rosso: Soru rischia 10 milioni - Settembre nero per il patron dell’ Unità Renato Soru. E non perché Tiscali, l’altra creatura di sua proprietà, non vada bene in Borsa.No, la nuova grana dell’ex governa­tore di Sardegna, a una settimana esatta dalla notizia dell’inchiesta della Procura di Cagliari che lo vede indagato per evasio­ne fiscale, è economica sì, ma piazza Affari non c’entra. Accade, infatti, che proprio nel fascicolo che bolla Soru, in compagnia dei tanti italiani che L’Unità normalmente fustiga, come furbetto che non ha pagato le tasse,c’è una richiesta che le mani le mette direttamente in tasca all’editore del quoti­diano «fu»di Gramsci.La Guardia di Finan­za, a tutela del debitore danneggiato dalla presunta evasione fiscale, alias l’Agenzia delle Entrate, chiede infatti il sequestro di beni personali intestati al patron di Tiscali per un ammontare complessivo di dieci mi­lioni di euro. Sì, avete letto bene, 10 milio­ni, che proprio robetta, anche per uno co­me Soru, non sono affatto. La richiesta delle Fiamme gialle, come rac­conta La Nuova Sardegna , è contenuta nel fascicolo aperto in procura. Non è affatto detto, comunque, che Soru debba davvero pagare i dieci milioni. Il pm può decidere che la misura cautelare, piuttosto pesante - sarebbe pari all’importo che il patron di Tiscali avrebbe evaso tra il 2005 e il 2010, at­traverso una società inglese a lui riconduci­bile, la Andalas Ltd – sia eccessiva e che dunque non sia necessario darle corso. Ed esiste una possibilità di accordo con l’Agenzia delle Entrate che un po’ imbaraz­zante è, perché finisce per essere un ricono­scimento dell’errore commesso, ma in fon­do che importa passare per evasore fiscale se,invece che dieci,di milioni,se ne può pa­gare uno solo? E infatti l’ex governatore di Sardegna la trattativa con i funzionari del­l’Agenzia delle Entrate l’ha già intavolata. E sarebbe appunto un milione di euro, con­tro i dieci che la Tributaria vorrebbe seque­strare preventivamente in termini di beni, la cifra intorno a cui Soru e l’Agenzia delle Entrate starebbero raggiungendo un ac­cordo. Non che la soluzione del contenzioso fisca­le annulli, tout court , l’inchiesta penale. Il fascicolo in Procura a Cagliari è aperto e an­drà comunque avanti. Se, dopo gli accerta­menti, i pm disporranno il giudizio, nel ca­so in cui saldi il suo debito con l’Agenzia delle Entrate, Soru potrà comunque fruire di uno sconto di pena fino a un terzo. Que­sto scenario, comunque, è lontano. L’edi­tore dell’ Unità , quando è venuta fuori la notizia dell’inchiesta a suo carico per eva­sione fiscale, si è difeso a spada tratta: «Nel confermare la propria linea di massima col­laborazione nei confronti delle autorità – ha fatto sapere Soru attraverso una nota piuttosto imbarazzata – riaffermaperaltro il proprio genuino convincimento sulla buona fede e sostanziale correttezza della propria condotta fiscale, correttezza che lo ha determinato – ricorda nella stessa nota – a non beneficiare della recente opzione di condono fiscale per i capitali detenuti al­­l’estero ». Si vedrà. Intanto, stante la spada di Damocle del sequestro di 10 milioni di beni richiesto dalla Guardia di Finanza, il problema principale da risolvere è chiude­re la proc­edura di conciliazione con l’Agen­zia delle Entrate, anche a costo, ammetten­do l’irregolarità, di perderci un po’ la fac­cia, specie con gli amici della sinistra dura e pura, depositari della morale per defini­zione. Ma tant’è,meglio un po’ di imbaraz­zo passando per evasore fiscale, piuttosto che rimetterci il portafoglio.