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 2011  settembre 21 Mercoledì calendario

Il Florentia Village è il primo outlet cinese costruito seguendo lo stile italiano e la pianta delle nostre città d’arte

Il Florentia Village è il primo outlet cinese costruito seguendo lo stile italiano e la pianta delle nostre città d’arte. Sulle «brochure» distribuite all’ingresso, con la mappa dei negozi, c’è il David di Michelangelo in blue jeans e le borse dello shopping. Forse sacrilego, ma qui tutto profuma di made in Italy. La progettazione e la direzione dei cantieri è milanese (firmata dallo studio Crm dell’architetto Massimo Roj); lo sviluppo e la gestione invece dei fiorentini di Rdm (in joint venture con il colosso Waitez), quelli degli outlet di Serravalle Scrivia, Barberino, Castel Romano e altri. L’anno scorso hanno investito un milione di dollari per aprire cinque «villaggi» di lusso nelle grandi aree urbane cinesi. La prossima apertura sarà vicino a Shanghai, tra l’aeroporto di Pudong e il futuro parco Disney. Dopo il boom di negozi di seconda mano, gli outlet a tema sono diventati il nuovo bengodi. Dimenticatevi il Paese delle magliette a due euro, la fabbrica mondiale del tarocco. Tutte le griffe stanno arrivando di corsa per servire un mercato locale immenso. Sulla novella piazza San Giovanni si affacciano Zegna, Armani, Ferragamo, Prada, Fendi, Bulgari e Moncler, dentro al Colosseo Tod’s, Frette, Piquadro e Brooks Brothers. Sul Canal Grande, perfettamente ricostruito con gondole e i gondolieri vestiti a strisce, Satchi, Esprit, Pal Zileri e tanti altri. In fondo al canale del Florentia, il ristorante Bella vita - tavoli in legno chiaro e ambiente familiare - ricorda a tutti che in questo nuovo Luna Park della moda c’è spazio anche per la buona cucina italiana. Il gestore si chiama Samuele Rossi, un ragazzo simpatico e tracagnotto. «Stiamo andando bene - racconta - la gente si ferma a mangiare pizza e pasta». Sulle mensole buone annate di vino italiano, non facili da trovare in Cina. Oltre il ponte di Rialto, bianco e levigato, la scritta «coming soon» annuncia i negozi che verranno: marchi famosi dello sportswear e non. Verranno distribuiti tra piazza San Pietro, piazza San Carlo e i portici del corso che sbucano nella tipica Loggia delle nostre città. Decine di operai con il cappello di giornale in testa stanno sistemando le aiuole e la segnaletica. A regime al Florentia Village ci saranno 220 «fashion store». La prima parte è stata inaugurata a fine giugno, con una mega festa in maschera veneziana e fuochi d’artificio. La seconda entro metà ottobre. «Non è stato facile riprodurre il gusto italiano», spiega l’architetto Roj. «In progetti del genere sono i particolari a fare la differenza: il porfido posato, le beole, le lesene, le cornici, i travetti a vista, le gronde in rame... Farli fare ai cinesi è stata dura, ma ci siamo riusciti». La cittadina di Wuging si trova a metà strada tra Pechino e Tianjin. Le due mega aree urbane distano 100 chilometri (cinque anni fa erano 130 ma l’urbanizzazione forsennata sta mangiandosi lo spazio intermedio, piccoli campi coltivati, mini foreste e acquitrini), fanno insieme 30/35 milioni di abitanti e sono collegate in 25 minuti dal treno super veloce. La posizione dell’outlet è strategica, appena fuori dalla fermata dell’alta velocità. Da Pechino per Tianjin partono treni ogni 10 minuti. Sfrecciano bianchi e blu e quando si fermano alle due stazioni i troppi inservienti da impiegare si accostano a pulire con i rulli i finestrini pieni di moscerini. Presto un ponte porterà direttamente dalla ferrovia dentro al villaggio, nemmeno la fatica di attraversare lo stradone trafficato... In tarda mattinata comincia ad arrivare la frotta di compratori. Sono giovani vestiti all’occidentale, con potere di acquisto medio-alto ma inconfondibilmente cinesizzati. Lo capisci perché bevono in continuazione tè verde dalle borraccette. Nel pomeriggio è il turno delle signore bene in Suv, firmate dalla testa ai piedi: meglio durante la settimana che confondersi con la calca del weekend. Ma sono anche giorni di colloqui. Tra poco apre il secondo pezzo del Village, si cercano commesse e commessi. La fila davanti alla palazzina uffici è lunghissima. Molte ragazze sono accompagnate da genitori trepidanti, sognano di strappare il biglietto per lavorare nei negozi firmati. Il Florentia in fondo è un grande bignami d’Italia. Arte, cultura e moda, Venezia, Firenze e Roma mischiati in qualche ettaro di outlet. Per i puristi sarà pacchiano, una mini Las Vegas sul Mar Giallo, ma del Belpaese molti cinesi vedranno solo questa cartolina. Chi invece potrà venirci si aspetterà la stessa accoglienza, il senso estetico (qui virtuale) e l’organizzazione nei trasporti e nei nostri alberghi. Ne saremo capaci? Ivano Poma è l’amministratore delegato di Rdm Asia, vive e lavora qui da 17 anni, conosce bene il mercato. «Questo distretto - spiega è l’area a più alta crescita di Pil pro capite della Cina. La campagna marketing naturalmente è molto puntata su Tianjin, dove nei weekend ci sono meno cose da fare che a Pechino». L’obbiettivo? «Arrivare a 100 milioni di euro l’anno di fatturato. Già oggi facciamo tra i 10 e i 25mila visitatori/giorno», prosegue Poma. «Rispetto ai bazar cinesi qui c’è molto assortimento e le griffe originali che fanno impazzire i neo ricchi». Nelle zone residenziali intanto stanno facendo pubblicità. Avanti così sarà uno scherzo centrare i budget...