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 2011  settembre 20 Martedì calendario

Castro Juanita

• (Juana de la Caridad) Birán (Cuba) 6 maggio 1933. Sorella di Fidel e Raúl. Residente a Miami, nel 2009 rivelò di esser stata per tre anni una spia della Cia (1961-1964) • «Venne reclutata dopo la Baia dei Porci, nel ’61, con il nome in codice di “agente Donna”. Forniva informazioni alla Cia in Messico attraverso una radio ad onde corte e si faceva precedere dalla overture della “Madame Butterfly” di Puccini [...] dice che fu avvicinata da Virginia Leitao, moglie dell”ambasciatore brasiliano dell’epoca, ed iniziò la sua attività di spia il 23 giugno del 1961. Virginia Leitao e suo marito Vasco erano stati due simpatizzanti della Rivoluzione, e conoscevano Fidel, ma dopo i primi mesi vennero delusi dal nuovo regime e aiutarono la Cia ad avvicinare una delle sorelle dei Castro. Juanita e sua madre, Lina Ruz, erano già due anti-rivoluzionarie. Avevano nascosto nella loro casa dissidenti e fuggiaschi ricercati, tanto che Fidel si rifiutava di andarle a trovare perché proteggevano “gusanos”, vermi dell’opposizione. Dopo la caduta di Batista, il primo gennaio del ‘59, Juanita aveva iniziato a collaborare con i fratelli partecipando alla costruzione di ospedali nelle campagne. Ma poi la Rivoluzione iniziò ad arrestare e fucilare gli oppositori e a confiscare le proprietà private. “Di fronte a tanta ingiustizia - scrive Juanita - cominciai a disincantarmi. Ma all’inizio, io e mia madre, davamo la colpa ai subalterni”. L’episodio che cambiò tutto fu la fucilazione di Humberto Sori Marin, un comandante dell’esercito rivoluzionario che si opponeva a Fidel e venne condannato a morte per tradimento. La madre dei fratelli Castro, Lina, intervenne sui figli a favore di Sori Marin e la sera precedente all’esecuzione della condanna, Fidel disse a Juanita di non preoccuparsi, “dì alla mamma che può dormire tranquilla”. Al mattino dopo - racconta Juanita - leggemmo incredule che Sori Marin era stato fucilato. Così Juanita inizia a lavorare contro i fratelli e attraverso Tony Sforza (alias Frank Stevens), passa informazioni al nemico. Lo farà fino alla metà del 1964 quando, dopo la morte della madre, cominciò a temere le conseguenze. “Mi sentivo protetta da nostra madre, con lei viva Fidel non poteva prendere misure drastiche contro di me” [...] sostiene di aver avvisato la Cia che i sovietici stavano installando missili nucleari a Cuba. La sua partenza dall’isola venne organizzata dalla Cia dopo un suo incontro con Raul nel quale l’allora numero due del regime le disse di essere a conoscenza dei suoi tradimenti. Che lo sapeva anche Fidel e che era furibondo. Qualche giorno dopo Raul, che era anche il suo preferito tra i fratelli, le consegnò un lasciapassare per raggiungere il Messico. Da lì arrivò a Miami. Era il 1964. Da allora Juanita è vissuta gestendo una farmacia nella capitale dell’esilio cubano. La sua collaborazione con la Cia però non era del tutto ignota. Il 7 luglio del ’64, quando Juanita era già in salvo un take dell’Associated Press insinuò che la sua fuga dall’isola si doveva alla collaborazione con la Cia. E, più tardi, in un libro di memorie, l’ex ufficiale della Cia Philip Agee, scrisse che Juanita era “un agente” [...] dopo 45 anni, lo ha confermato anche lei» (Omero Ciai, “la Repubblica” 27/10/2009) • Vedi anche Mimmo Cándito, “La Stampa” 27/10/2009.