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 2011  settembre 20 Martedì calendario

C’È UN LITIGIO TRA VICINI OGNI DIECI MINUTI E LA COLPA È TUTTA DI FIDO

C’è chi non sopporta di essere svegliato nel cuore della notte dal­l’ululato del cagnolino. E chi pro­prio non ammette che il gatto del vicino passeggi sul tetto. Senza contare l’insistente cinguet­tio del canarino che vive al piano di sotto. I mo­tivi sono i più vari.
Ma una cosa è cer­ta: le liti condomi­niali sono sem­pre più spesso causate da incom­prensioni legate al­la presenza di anima­li domestici in casa.
In Italia ne scoppia una ogni dieci minuti,secondo la stima fat­ta dall’Aidaa, l’Associazione italia­na difesa animali e ambiente. E non si tratta di semplici battibec­chi, seppure molto animati. Ma di veri e propri contenziosi, che nel­la maggior parte dei casi finiscono in tribunale.
Gli animali che più spesso fan­no discutere sono i cani: più di sei liti su dieci hanno come protagoni­s­ta proprio l’amico a quattro zam­pe.
Seguono gatti (29 per cento dei casi), pappagalli e altri volatili (3 per cento), conigli (2 per cento), tartarughe e altre specie esotiche (1 per cento).
Tutta colpa della mancanza di regole certe,spiegano dall’Ai­daa: «Non esistono an­cora norme uniche valide su tutto il ter­ritorio nazionale: in ogni condomi­nio, qualunque proprietario dell’ immobile da cede­re in affitto spesso si regola di sua inizia­tiva, sia in merito agli spazi destinati a cani e gatti, sia in merito alle condizioni che rendono possibile o meno la pre­senza degli animali domestici ne­gli spazi comuni».
Capita così che vicini di casa fini­scano in tribunale perché il cane ha utilizzato impropriamente l’ascensore.O perché la colonia di felini sfamata dalla gattara di tur­no invade gli spazi comuni. Il feno­meno è in crescita costante, tanto che allo sportello online dell’asso­ci­azione si sono rivolte 52.560 per­sone solo nel corso del 2010, per chiedere una consulenza: l’anno precedente le richieste erano sta­te 37mila. Di queste, ben 4.200 so­no finite davanti a un giudice. An­che se nel frattempo sono diminui­te le liti degenerate nel ferimento di qualcuno: nel 2010 sono state soltanto 32.
Sono le regioni del Nord quelle dove si discute più animatamen­te: in testa la Lombardia. Seguono Piemonte, Sicilia, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna. Fra le città, la palma della più litigiosa va a Mila­no, seguita da Bologna, Roma, To­rino e Firenze.
«Le parole d’ordine dovrebbe­ro essere rispetto e tolleranza ­proseguono dall’associazione- .E questo sia da parte del proprieta­rio dell’animale, che deve educar­lo a non infastidire i vicini, sia da parte dei condomini tutti, che non devono certo pretendere che il cane del vicino non abbai mai o che il gatto non miagoli. Quasi mai tuttavia tolleranza e rispetto hanno la meglio, visto che si fini­sce sempre più spesso per litigare animatamente o andare addirittu­ra in tribunale».
Non sono però sempre e solo gli animali a far discutere, qualche volta i piccoli amici sono solo una scusa. «Abbiamo notato che in fa­s­e di conciliazione spesso emergo­no antichi dissapori fra le famiglie contendenti - conferma Lorenzo Croce, presidente del Tribunale degli animali- . Così abbiamo capi­to che spesso gli animali altro non sono che pretesti per fare discus­sione ».
Ciò non toglie che il fenomeno sia sempre più allarmante: «Dopo tre anni di trend negativo, le liti hanno ripreso ad aumentare- pro­segue- . Quello che ci preoccupa è che molto spesso gli animali al centro del contenzioso vengono allontanati. E qualche volta la lite termina con l’abbandono del ca­ne o del gatto ». Che però non han­no alcuna colpa. «È ovvio che se si tiene in casa un cane enorme o lo si lascia tutto il giorno da solo il ri­schio che abbai tutto il giorno è al­to - conclude Croce - . Per questo consigliamo sempre di affidarsi a un dog sitter, almeno per un paio di ore nel corso della giornata».
Ci sono poi casi limite, come quello di due piccole cavie di Rho che hanno dovuto traslocare. La proprietaria di un appartamento al piano di sotto non sopportava più il rumore delle zampette sul pavimento. E allora i roditori, do­po la separazione dei padroni, hanno seguito la loro proprietaria in una villetta. Nella quale adesso possono scorazzare in santa pace.