Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 20/9/2011, 20 settembre 2011
IL FATTO DI IERI - 20 SETTEMBRE 1863
Pensi ai fratelli Grimm e ti vengono in mente le casette di marzapane di Hänsel e Gretel, la mela avvelenata di Biancaneve, il Pifferaio magico di Hameln, la perfida matrigna di Cenerentola. Reminiscenze di foreste incantate, alberi viventi, ma anche di lupi, streghe, troll e maledizioni. Tutto l’universo magico delle antiche fiabe, e immagini i due favolieri come due sognatori naif, rapiti in un mondo irreale. Nient’affatto. Perché Jacob e Wilhelm Grimm furono prima di tutto insigni filologi, letterati e giuristi, docenti liberal all’Università di Gottingen, artefici, anche attraverso il recupero delle antiche leggende popolari germaniche, della diffusione della lingua tedesca, unico collante, nella Germania dei mille piccoli principati di metà ‘800, di un’identità nazionale. Autori del celebre Der Grimm, ancor oggi il più autorevole dizionario tedesco in 33 volumi, completato solo nel 1960. Uniti nel lavoro e nella vita, i due Grimm furono geni diversi. Studioso infaticabile e padre della moderna filologia tedesca Jacob, morto il 20 settembre 1863, letterato sensibile Wilhelm, rifinitore fantasioso della monumentale raccolta di fiabe. Inseparabili anche dopo la morte e sepolti insieme a Berlino.