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 2011  agosto 03 Mercoledì calendario

MILANO

Altro che sole, sdraio e ombrellone. L´estate dei risparmiatori italiani, quest´anno, è all´insegna del brutto tempo fisso. Piovono ribassi in Borsa (-15% da inizio luglio). La bufera della speculazione ha messo alle corde i Btp che in un mese hanno bruciato il 10% del loro valore. E, come se non bastasse, le Cassandre vedono profilarsi all´orizzonte lo spettro di una patrimoniale per raddrizzare i conti pubblici.
«È ormai una settimana che il ritornello dei clienti è sempre lo stesso – racconta lo sportellista in una filiale Intesa Sanpaolo di zona Sempione, a Milano –. Quanto ho perso finora? Meglio vendere tutto o comprare? Non devo far sparire i miei soldi dal conto corrente per evitare un prelievo forzoso dallo Stato?». Dubbi legittimi. Senza, per ora, una risposta sicura. «Io non penso che l´Italia possa saltare – dice Angelo Drusiani, responsabile gestioni di Albertini Syz –. E in questo caso un momento difficile e volatile presenta opportunità interessanti. L´importante è sapere che ci si può scottare le dita. E valutare con attenzione la propria propensione al rischio».
La prima certezza, è il mantra di tutti i gestori, è che è inutile piangere sul latte versato. Liquidare i propri risparmi per nasconderli nel materasso è una scelta logica solo se si è certi di un crollo di tutta la finanza mondiale. Al momento però la tempesta è circoscritta all´area periferica dell´euro – Italia compresa – e per difendere il capitale esistono molte vie di mezzo (vedi schede in pagina). Quella maestra è il trasferimento dei proprio investimenti in titoli di stato solidi come il Bund tedesco (i rendimenti sono scesi all´1,7% netto) o nei classici beni rifugio da manuali d´economia: l´oro e il franco svizzero che, sarà un caso, sono saliti del 10 e del 15% dall´inizio di luglio.
Il problema però non è solo come guadagnare soldi ma come non perderli. L´incubo è la riedizione della patrimoniale. Una tassa sui beni di famiglia per salvare il paese dal crac. Possibile? In camera caritatis molti dicono di sì. Nella notte tra il 9 e il 10 luglio del ´92 il Governo Amato prelevò il 6 per mille dai conti correnti degli italiani e il 3 per mille dalle rendite catastali (rivalutate) dei loro immobili. I nostri cugini greci nel dubbio si sono adeguati: in meno di dodici mesi hanno ritirato 40 miliardi dai conti correnti in banca (il 20% del totale) facendoli sparire nel nulla. «Qualcosa del genere sta già succedendo anche da noi – ammette a condizione d´anonimato uno dei più esperti banchieri milanesi –. Da qualche mese è ripreso a ritmi vorticosi il flusso di denaro dall´Italia alla Svizzera». L´eventuale rimpatrio in fondo, come insegna l´ultimo scudo, costa una bazzecola: il 5%.
Difficile, dicono gli esperti, che ci si accanisca di nuovo sulla liquidità. Anche per evitare fughe dai depositi che rischierebbero di mettere ko il sistema bancario. Più facile che nel mirino finisca il mattone. Nei portafogli degli italiani c´erano a fine 2009 oltre 4.800 miliardi di immobili contro i 188 miliardi in depositi e 1.575 in azioni, fondi e bond. Denaro e titoli possono migrare oltrefrontiera. Gli immobili (lo dice il nome stesso) no. E in caso d´emergenza sarà il mattone, con ogni probabilità, a recitare il ruolo di salvatore della patria.