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 2011  agosto 03 Mercoledì calendario

LA NUOVA CROCIATA CONTRO I SOUVENIR «TRASH»

Mutande da 7 euro con la Torre di Pisa trasformata in fallo, grembiulini da cucina con riprodotto il corpo nudo del David di Michelangelo, biancheria intima con i dettagli piccanti dei dipinti pompeiani. «Sconcezze da eliminare dalle bancarelle di souvenir» , come dice il sindaco pisano Marco Filippeschi, Pd, o ricordini goliardici, in fondo innocui, per gli amici rimasti a casa? A Pisa sono partite le prime multe: 500 euro a testa a cinque ambulanti che esponevano i boxer con la Torre in versione fallica, vigili urbani inflessibili, verbali in cui si legge che trattasi di «merci offensive del pubblico decoro» . È la nuova crociata d’estate: far piazza pulita di tutto ciò che trasforma le opere d’arte in metafore impudiche di altro. E sull’onda lunga del neopuritanesimo pisano, ieri, è partita la richiesta ufficiale di cinque Comuni — Firenze, Pisa, Siena, San Gimignano e Pienza— perché la Regione Toscana conceda loro maggiori poteri di tutela del decoro cittadino, anche (ma non solo) in materia di commercio. «Le leggi ci sono già — è la riposta a stretto giro — e con esse gli strumenti per agire» .
Sarà dunque una nuova estate di divieti? L’esteta Gillo Dorfles avanza il dubbio che si voglia arginare il mare del cattivo gusto con secchiello e paletta. «La Torre di Pisa è un classico della trasformazione di un’opera artistica in un elemento deteriore— dice Dorfles—. Il cattivo gusto è un concetto che si evolve con la società: di estremo cattivo gusto, per esempio, era considerato il Liberty, prima che venisse glorificato. Ciò che valeva per ieri non vale per oggi. Non mi scandalizzo affatto per siffatti souvenir, mi limito a constatare: il cattivo gusto è in aumento, siamo circondati da queste cose orrende» .
Lo scorso ottobre era stata l’archistar Norman Foster a tirarci le orecchie in nome del «cattivo gusto» per i maxiposter pubblicitari che coprivano le facciate di una sessantina di palazzi storici veneziani. Ora dalla réclame si è passati al ricordino trash. «Esiste un’etica di rispetto del nostro patrimonio storico — ricorda il critico d’arte Philippe Daverio— bisognerebbe avere il coraggio di tornare a ricordarsene» . Si facciano pure i boxer con la Torre, continua, «ma no alla vendita di queste cose in piazza dei Miracoli. Anzi: tutte le nostre piazze andrebbero liberate dall’esercito di bancarelle che le assediano» .
L’arte ha sempre giocato con la provocazione, il valore di un’opera non può essere giudicata dal gusto, ma qui stiamo parlando di paccottiglia. E allora? «Il concetto di cattivo gusto è molto cambiato — dice Maria Luisa Frisa, docente di design della moda all’Università di Venezia—. Ci siamo abituati a una serie di doppi sensi, giochi di parole. Accanirsi è ridicolo: se ci si concentra su queste cose si perdono di vista le volgarità sostanziali, la mancanza di rispetto per l’altro che si vede ormai ovunque (io viaggio molto in treno, seconda classe, e ogni volta resto sconvolta da certi comportamenti). Quella dei boxer con il David è una sessualità che non turba, allo stato brado, quasi sesso boccaccesco» .
Eppure quegli oggetti «mancano di rispetto ai luoghi. Ci sono regolamenti comunali che stabiliscono in modo chiaro quali merci possono essere vendute e quali no: coloro che non li rispetteranno saranno sanzionati» , insiste il sindaco pisano. Di «souvenir brutti e volgari» si lamenta anche l’associazione Amici dei musei, mentre la Chiesa pisana li ha definiti «volgari e offensivi per i fedeli e la città» . «Per fortuna qualcuno a volte si indigna — sintetizza Dario Polatti, sociologo alla Cattolica di Brescia — e prova ad alzare la testa domandandosi che cosa ci sta succedendo: chi insegna più il senso e il valore della bellezza?» .
Daniela Monti