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 2011  agosto 02 Martedì calendario

L’ASPIRANTE TOP CHE GIRA IL MONDO CON LA MAMMA

Se potesse cambiare qualcosa nel suo corpo non avrebbe dubbi: «I piedi, rovinati dalla danza classica. Le scarpe che ci danno in passerella non aiutano: sono nuove, quindi durissime. Mai che il numero sia quello giusto!» . Un paio d’anni fa avrebbe detto anche il naso: «Ma mi sono accorta che piace» . Caterina Ravaglia è così: perfezionista e determinata. «Non ho intenzione di fare cose di serie B. L’obiettivo è diventare top model. Se vedo che non va, lascio perdere» . Per adesso va. È a pieno titolo la piccola (solo anagraficamente) donna con la valigia: «Un trolley sempre pronto con beauty case di campioncini cosmetici, due cambi, una felpa, iPad, libro e Settimana enigmistica» . Londra, Shanghai, Parigi, Madrid. Dove la chiamano, corre. Sedici anni, di Ravenna, un fratello più grande, a 15 ha vinto l’edizione italiana del concorso «Elite Model Look» . Alla finale internazionale, in Cina, è arrivata seconda. Da settembre la sua carriera è decollata. Ha già sfilato per Prada, Miu Miu, Chanel. Per Frankie Morello e Missoni ha fatto la campagna estiva. All’alta moda di Parigi ha indossato gli abiti di Giambattista Valli e Azzedine Alaïa. Il 23 agosto andrà a New York. «Mi piacerebbe sfilare per Calvin Klein, così basic. Purtroppo fino all’ultimo non sai con chi lavorerai» , racconta sul divano della bellissima casa vicina al mausoleo di Galla Placidia, il labrador Chicco ai piedi, accanto a quattro tele che formano un suo ritratto di due metri per due. «Lo ha fatto un’amica di mio padre, Roberta Coni. Da quando c’è non riesco più a stare qui con le mie amiche, mi sembra autocelebrativo. Non vedo l’ora che finisca nella casa in collina» .
L’avventura di modella è cominciata per caso. «Una conoscente che fa la cacciatrice di teste ha fatto vedere le mie foto alla presidente dell’agenzia Elite, Brunella Casella, e da lì è partito tutto» . Tutto comprende le trasferte con mamma Pierangela, ragioniera: «È lei che mi tiene i conti. Negli Stati Uniti verrà con me. Mi ha seguita anche in Cina e a Londra, insomma dove non sapevamo cosa aspettarci. A Parigi invece sono organizzatissima: sto a casa di conoscenti, a Saint-Germain des-Prés, bellissimo» . Quando viaggia da sola, per gli aggiornamenti chiama la mamma, mentre il padre Andrea lo saluta dopo, più in fretta. «Siamo così simili, io e lui. Molto uniti. Ad agosto andremo in barca insieme, e dopo sarò a Formentera con le mie amiche» .
Il suo mito, nel mondo della moda, è Mariacarla Boscono. «Mi piace perché ha faticato per diventare quello che è: all’inizio a Milano non è stata acclamata. Penso a un’altra bellissima, Bianca Balti, che è stata subito appoggiata dagli stilisti italiani» . Da Miuccia Prada è rimasta colpita. «L’ho conosciuta a Parigi a un fitting, che è quando provi gli abiti con gli accessori. Lei sta davvero dietro a tutto, decide ogni cosa. Io pensavo che a quei livelli delegasse qualcun altro» . L’acquisto più «importante» con i suoi guadagni è stato una borsa di Yves Saint Laurent in edizione limitata. «Un’eccezione, i miei non vogliono che spenda i miei soldi» . Su come usarli ha un piano. «Vorrei frequentare l’università all’estero, magari in California: economia e management o medicina e nutrizionismo. In quel caso con i risparmi mi troverei casa in un posto confortevole» . L’altra idea è fare un viaggio: «Sei mesi in giro per il mondo, tra la laurea triennale e la specialistica. Partirei da Miami, e siccome avrò 21 anni potrò entrare nei locali. Poi Rio, Argentina, Maui, Australia, Giappone, Tibet e Marocco» . Certo, prima c’è il diploma da prendere. «Ho dato gli esami da privatista di terza al liceo scientifico Manzoni di Bologna. La scuola pubblica a Ravenna non potevo più frequentarla: troppe assenze. Mi hanno promossa con la media del 7. Ci sta: lo studio non era la priorità. Mi è dispiaciuto però prendere 6 in italiano. Ho promesso a mamma che durante le vacanze leggerò Un cappello pieno di ciliege della Fallaci» . Non è mai stata di quelli che manifestano a scuola: «La Gelmini come ministro mi piace. Sui tagli non so valutare. Ma dal mio punto di vista di studentessa mi pare abbia fatto bene» .
È sia su Facebook che su Twitter. «Il primo lo uso per gli amici. Il secondo mi serve per lavoro, in America si usa tanto» . Diventa matta per scarpe stringate e gioielli e le piacerebbe conoscere Uma Thurman. La droga? «Ne ho vista di più nelle discoteche di Rimini» . Ai party post sfilata non va mai: «Non penso farebbe buona impressione vedere una sedicenne» . Anche perché una cosa ce l’ha chiarissima: «Separo il lavoro dalla vita privata. So che mi diverto soltanto con i miei amici a Ravenna, dunque è inutile tentare altrove» . Paura di cadere dai tacchi? «Mai. Piuttosto vorrei lasciare qualcosa, tirar fuori la mia personalità, distinguermi dalle altre» . Scommettiamo che ci riuscirà.
Elvira Serra