VARIE, 1 agosto 2011
Carla Radu, 35 anni, e suo figlio Raimond Ionit, 11. Col marito Costel Tudor, di anni 35, nel 2007 era arrivata dalla Romania a Buccino, nell’entroterra meridionale di Salerno
Carla Radu, 35 anni, e suo figlio Raimond Ionit, 11. Col marito Costel Tudor, di anni 35, nel 2007 era arrivata dalla Romania a Buccino, nell’entroterra meridionale di Salerno. Qui lavorava saltuariamente in una fabbrica di conserve. Il marito, muratore, «onesto e dedito alla famiglia». Definiti da tutti «brava gente», non avevano mai avuto uno screzio o un litigio. Il Tudor da un po’ di tempo s’era ficcato in testa che la moglie lo tradisse e non perdeva occasione per farle domande. Qualche sera fa, uscita con le amiche la primogenita Anna, quindicenne, l’uomo prese il figlioletto con sé per girare a lungo nelle strade del paese rimuginando i propri sospetti. Al rientro in casa ricominciò a far domande alla moglie, sempre più alterato, fino a quando non tirò fuori il martello da lavoro e con quello le fracassò testa e faccia. Sentito il baccano, il bambino, che s’era rifugiato in camera, tornò in cucina dalla mamma a vedere cosa fosse successo. Così il Tudor gli mise le mani intorno al collo e lo strozzò. Poi ebbe cura di riportarlo in camera e di stenderlo sul lettino. Stette in casa coi cadaveri per un paio d’ore, durante le quali provò per tre volte ad ammazzarsi legando un lenzuolo alla scala interna della sua abitazione. Infine si decise ad andare dal vicino e raccontargli tutti i fatti suoi. Nella notte di sabato 23 luglio, in una casa nel centro storico di Buccino, Salerno.