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 2011  agosto 02 Martedì calendario

«SONO IL SIGNORE DELLE LOCUSTE E GARANTISCO: LA CRISI DURERA’ ALTRI DIECI ANNI»

«Tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 avremo un altro momento molto diffìcile per l’economia mondiale, con i paesi europei che andranno di nuovo in crisi perché non potendo svalutare l’euro, a differenza di quanto faranno gli Stati Uniti con il dollaro, rischieranno di perire sotto il peso dei debiti».
A fare questa previsione è Ray Dalio, 62 anni, fondatore del Bridgewater Associates, il più grande hedge fund del mondo con una massa amministrata di 92 miliardi di dollari.
È l’uomo che prima di tutti aveva previsto il disastro della Creda (scommettendoci su anche un po’ di soldi) e delle banche americane quando, durante un’audizione presso l’amministrazione Bush nel 2007, aveva lanciato l’allarme «sul rischio insolvenza» degli istituti di credito mentre al massimo gli analisti prudenti parlavano di «limitata liquidità».
Una previsione che ha alimentato la sua fama quale anticipatore di tendenze economiche. E che in quattro anni lo ha portato quasi a raddoppiare il patrimonio gestito: prima della crisi la Bridgewater deteneva nei suoi due fondi Pure Alpha e Ali Weather solo 51 miliardi di dollari.
Al 55° posto della classifica di Forbes che elenca i maggiori patrimoni del mondo, Dalio è il figlio unico di un jazzista italoamericano e di una casalinga. Ha mosso i suoi primi passi nella finanza a 12 anni grazie ai consigli che i broker di Wall Street, per i quali faceva il caddy al Link Golf Club di New York, gli fornivano tra una buca e l’altra.
Da tutti è considerato il «signore delle locuste», dei «predatori» di successo che scommettono (e spesso determinano) sul fallimento di intere nazioni. Detiene in portafoglio più di 100 tipologie diverse di prodotti finanziari, dai bond giapponesi ai contratti sulla valuta del Brasile.
Le cose sono andate esattamente come aveva detto lui, ma la sua visione per il prossimo futuro è ancora più pessimistica: «Credo che l’economia mondiale abbia di fronte altri 10 anni di ridimensionamento». Le cause? «Il forte debito pubblico degli Usa e di molti paesi Uè (tra cui l’Italia), il piano di stimolo di Barack Obama all’industria americana e le misure drastiche della Cina per combattere l’inflazione sul mercato interno».
Insomma, secondo l’ideologo di quella che lui chiama radical trasparency (cioè «dire alle spalle di una persona solo ciò che gli può dire anche in faccia»), ci aspettano altri anni difficili.
«In Grecia, per esempio, l’ingente pacchetto di aiuti varato dalla Ue è solo il tentativo di fermare un’emorragia senza curare il malato. Gli esperti» ritiene Dalio «sono concentrati sull’immediato, sul momento presente e sulle misure da affrontare per evitare il default. Ma questo è un approccio giorno per giorno, si sottovaluta il peso delle forze che hanno determinato questo stato di cose». E tra queste c’è anche lui. Ama prendere le distanze dai trader alla George Soros aspirando ad avere per sé la definizione di «filosofo materialista».
Patito della meditazione trascendentale, amante della musica e della caccia, aspira a ritagliarsi il ruolo di leader carismatico più che di ceo e, per il futuro, il titolo di «mentore». Strano per chi ha appena lanciato sul mercato un terzo strumento, il Pure Alpha Major Markets, per superare i 100 miliardi di dollari di massa gestita.