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 2011  giugno 28 Martedì calendario

COME DECENTRARE I MINISTERI L’ESEMPIO DELLA GERMANIA

Da milanese, faccio fatica a comprendere l’utilità di spostare alcuni ministeri da Roma a Milano. In tutto il mondo non esiste una delocalizzazione dei governi. Peraltro, anche soltanto per comodità dei lombardi, per un pavese è più veloce arrivare con l’alta velocità a Roma che non mettersi in auto e tentare di arrivare a Monza, che dovrebbe essere una delle sedi indicate dal leader della Lega Nord, Umberto Bossi. Questa proposta mi sembra simile al progetto del ponte sullo stretto di Messina. A che cosa serve se in Sicilia non esistono linee ferroviarie efficienti e un sistema di tangenziali ed autostrade simili al resto d’Italia o, quanto meno, a quelle del Nord, con buona pace della Lega?
Paolo Uniti
p. uniti@paolouniti. com
Caro Uniti, sul ponte dello stretto di Messina continuo ad avere idee diverse dalle sue. Ma sulla inutilità del trasferimento dei ministeri a Milano sono d’accordo e constato con piacere che il progetto è stato di fatto accantonato. Chi lo proponeva dimenticava (o fingeva di non sapere) che ogni problema, anche quando rientra fra le competenze di un ministero, coinvolge gli altri e richiede continue consultazioni inter-ministeriali a ogni possibile livello. Gli uffici di rappresentanza, su cui la Lega ha finito per ripiegare, comporteranno spese che avremmo potuto evitare, ma avranno almeno il merito di non fare troppi danni. L’inutilità dei ministeri decentrati è confermata dal caso tedesco. Dopo il trasferimento a Berlino del parlamento e della cancelleria, il governo decise di lasciare a Bonn la principale sede di sei ministeri, fra cui quello della Difesa, e circa 8500 dipendenti pubblici. Si voleva evitare che l’unificazione colpisse troppo bruscamente la città renana che era stata per più di quarant’anni la capitale della Repubblica federale. Fu una decisione «assistenziale» , quindi, non funzionale. Oggi il governo tedesco ha cominciato a fare i conti ed è giunto alla conclusione che i viaggi tra Berlino e Bonn, dovuti alla necessità dei contatti e delle riunioni, costano all’erario, ogni anno, circa nove milioni di euro. E il partito socialista in particolare sostiene che è ora di mettere fine a questo uso irrazionale dell’apparato amministrativo del Paese. Esistono invece, particolarmente in Germania, altre forme di decentramento che hanno dato soddisfazione alla «periferia» senza complicare il funzionamento del governo. Nella Repubblica federale gli Archivi nazionali sono a Coblenza, la Televisione nazionale a Magonza, l’Ufficio del lavoro e Norimberga, l’Ufficio di statistica a Wiesbaden, la Biblioteca nazionale a Francoforte e a Lipsia, l’Autorità di vigilanza sui mercati a Bonn, la Banca centrale a Francoforte, l’Ufficio brevetti a Monaco e il Tribunale costituzionale a Karlsruhe. Sono istituzioni che non hanno compiti di governo e svolgono funzioni largamente autonome. Aggiungo, per completare il quadro, che questo tipo di decentramento richiede comunque un buon sistema di collegamenti ferroviari. Quelli della Repubblica federale sono eccellenti, mentre quelli dell’Italia, anche per ragioni geografiche e orografiche, sono incompleti e carenti.
Sergio Romano