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 2011  maggio 26 Giovedì calendario

PENSIONI, LA METÀ SOTTO I 500 EURO E L´80% NON RAGGIUNGE QUOTA MILLE - ROMA

Sedici euro al giorno, o poco più, tutto compreso. Una cifra che deve tener conto di tutto, dall´affitto alle medicine, dal conto in panetteria all´acquisto delle scarpe nuove. Questo è quanto offre più della metà delle pensioni italiane: gli anziani che non possono basarsi su altri aiuti fanno davvero una vita grama. Il 50,8 per cento degli assegni versati dall´Inps (oltre sedici milioni) è inferiore ai 500 euro al mese (61 se si considerano solo quelle femminile), il 79 per cento non va oltre i mille euro (quota che sale al 91 per cento per le donne). I trattamenti che superano i 1.500 euro al mese sono meno del 10 per cento. Entrate minime certificate dallo stesso istituto previdenziale.
Il rapporto Inps 2010 racconta una categoria, quella degli anziani, che vive a reddito basso. Guardando alle persone - e non agli assegni rilasciati - le cose vanno un po´ meglio, visto che un quarto degli iscritti è beneficiario di due o più trattamenti: la media sale così a 1.311 euro per gli uomini e a 892 per le donne.
I conti dell´istituto reggono, anche se la spesa - più di 190 miliardi - è aumentata del 2,3 per cento rispetto al 2009. Certo il saldo è passato dal 5,2 milioni a poco più di 1,3, ma vanno considerate le difficoltà del periodo: la crisi economica ha lasciato il segno. Nel 2010 per prestazioni di sostegno al reddito (cassa integrazione, disoccupazione, mobilità) l´Inps ha messo sul tavolo 19,7 miliardi, il 10 per cento in più rispetto al 2009.
Inoltre il bilancio dell´istituto ha fatto i conti con un boom delle pensioni di anzianità: 174 mila uscite anticipate rispetto all´età di vecchiaia a fronte delle 100 mila del 2009 (più 73 per cento). Un aumento che è dovuto allo «scalino» che nel 2009 ha portato l´età minima per l´anzianità da 58 a 59 anni, bloccando un numero consistente di lavoratori usciti poi nel 2010. Per il 2011 si prevede un nuovo calo sia per il passaggio dai 59 a 60 anni per l´accesso, sia per l´introduzione di una «finestra mobile» che sposterà in avanti gli incassi. Antonio Mastrapasqua, presidente dell´Inps è ottimista: «I conti sono a posto e i giovani avranno la loro giusta pensione» ha detto. Anche se - ha precisato - va assicurata «la crescita economica del sistema» e «ai giovani e meno giovani» va ribadita una necessità: «bisogna lavorare più a lungo, la fuga dal lavoro è un approccio incompatibile con l´allungamento dell´età anagrafica». Dal Pd risponde Cesare Damiano: «L´Inps è in buona salute, ma non lo sono i pensionati - ha detto - parte degli avanzi di bilancio dovrebbero essere utilizzati per migliorare il potere d´acquisto degli 8 milioni di italiani che percepiscono un assegno inferiore ai 500 euro». Il ministro Sacconi ha sottolineato che «il sistema è stabile» e che quindi non ci saranno interventi dopo le misure già introdotte negli anni scorsi. Ma Susanna Camusso, leader della Cgil, commenta: «Mai fidarsi degli annunci, sia positivi che negativi: dove sono finite le risorse che in più dovute all´aumento dell´età pensionabile per le donne del pubblico impiego?» (dovevano finanziare nuovi asili nido ndr).