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 2011  maggio 25 Mercoledì calendario

Le Monde, mercoledì 25 maggio - L’Eliseo, ancor più dei media, non ignorava niente della vita privata di Strauss-Kahn

Le Monde, mercoledì 25 maggio - L’Eliseo, ancor più dei media, non ignorava niente della vita privata di Strauss-Kahn. Il potere, alimentato dai suoi agganci nella polizia, sa tutto dei segreti più intimi degli uomini politici, e sa come usare le informazioni licenziose di cui dispone. Così, in questi ultimi mesi, l’entourage di Nicolas Sarkozy si è lasciato «sfuggire» con Le Monde l’esistenza di un rapporto redatto, poco prima delle presidenziali del 2007, da un poliziotto. Poche righe che segnalavano la presenza di M. Strauss-Kahn, in una macchina ad ovest di Parigi, in un quartiere noto per gli incontri a pagamento, durante un banale controllo. Sollecitati, né la Prefettura di polizia di Parigi, né il ministero degli Interni, hanno voluto confermare – o smentire – l’esistenza di questa nota. Tre fonti diverse hanno però assicurato a Le Monde che il rapporto esisteva e che era stato portato a conoscenza dell’entourage di M. Sarkozy. Secondo una di queste fonti, il documento originale è stato passato al tritacarte. All’epoca dei fatti, i vertici decisero di non dare seguito al caso sul piano penale o mediatico: candidato infelice alle primarie del Ps del 2006, DSK non costituiva pericolo per il potere. Resta il fatto che M. Sarkozy era a conoscenza del fattaccio quando lo ha candidato al Fondo monetario internazionale. Ma in questi ultimi mesi, man mano che Dsk acquistava punti nei sondaggi, gli uomini di fiducia di M. Sarkozy si sono vantati davanti ai giornalisti di «avere in pugno» il capo del Fmi, minacciando di rivelare le sue scappatelle. È così che il rapporto è tornato alla luce, nel momento stesso in cui il capo dello stato si presentava nelle vesti di «monaco trappista» per contrapposizione alla reputazione di donnaiolo del suo avversario. Di fatto, M. Sarkozy, dal 2002, conosce alcuni aspetti della vita privata di personalità politiche che un giorno potrebbero presentare un pericolo elettorale. Al suo arrivo al ministero degli Interni, si costruì una squadra di fedeli che gli devono tutto. Da Bernard Squarcini, capo della Direzione centrale di informazione interna (Dcri), a Claude Guéant, ministro dell’Interno, passando per Alain Gardère, direttore aggiunto del gabinetto di quest’ultimo o Michel Gaudin, prefetto della polizia di Parigi. Questa è la squadra più informata di Francia. A fine aprile, Dsk aveva intuito il pericolo, come riportato da Libération: il suo appetito per le donne, certo, ma anche i metodi usati da M. Guéant, all’origine, secondo lui, della diffusione delle voci sulla sua vita intima. Da sempre la polizia è strumento del potere. Prima d’accedere alla presidenza della Repubblica, François Mitterand, Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy sono passati tutti da place Beauvau (sede del ministero degli Interni, ndt). Nel giugno 2005, quando tornò in carica agli Interni, M. Sarkozy dichiarò: «Saro più protetto». Infatti, ne approfittò per rigirare in suo favore il caso Clearstream e per piazzare i suoi uomini nei posti chiave. Una delle sue prime mosse fu quella di licenziare Gérard Dubois, consigliere del prefetto di Parigi – chirachiano – e Philippe Massoni, accusato di aver diffuso la notizia della liaison tra Cécilia, all’epoca sua moglie, e Richard Attias. È vero che i poliziotti, che appartengono alle Informazioni generali (Rg), alla Sicurezza pubblica o alla Brigata della repressione del prossenetismo, ricevono informazioni ultrasensibili. Gli stessi proprietari di locali scambisti hanno l’abitudine di segnalare alla polizia – mantenere buone relazioni – la presenza di personalità politiche nelle loro serate. Così, Les Chandelles, noto locale del centro di Parigi dove il libertinaggio si celebra quotidianamente, ha dato più di un «blanc» (un rapporto senza intestazione né firma) alle Rg. I servizi sono anche capaci di scovare dettagli sconvenienti: durante la campagna presidenziale del 2007, le Rg lavorarono sul costo del guardaroba di Ségolène Royal. Le informazioni più utili sono naturalmente quelle sull’Eliseo. Accade già sotto altre presidenze. Negli anni ’90 le Rg fecero un’inchiesta sulla vita privata di Bertrand Delanöe e di Jack Lang. Furono redatti dei rapporti bianchi. Nulla fu ufficializzato ma più di un giornalista beneficiò di queste «dritte». Bollato come chirachiano, Yves Bertrand, capo delle Rg dal 1992 al 2004, giocò un ruolo centrale in questo meccanismo. Accusato per essersi interessato alla vita privata di politici, si assunse la responsabilità delle sue inchieste molto «private» ma ora si vede finalmente riabilitare dal caso Dsk che lui stesso qualifica come «una vittoria postuma!»: «Non so niente della faccenda del Sofitel, ma in generale questo caso prova che è legittimo interessarsi della vita privata dei politici – dice Yves Bertrand – D’altronde, alle volte, mi commissionavano delle inchieste per sapere se una persona candidata ad un posto governo avesse delle fragilità». Uno dei suoi principali interlocutori era Claude Guéant: «Quand’era direttore della polizia (1994-1998) o al gabinetto del ministro (2002-2004), gli rendevo conto di tutto. Lui scriveva quello che gli dicevo, compresi dettagli sulla di vita privata, in piccoli quaderni». M. Guéant aveva però assicurato nel 2008 a Mediapart: «Gli elementi dettagli sulla della vita privata di personalità politiche non sono mai stati oggetto delle nostre discussioni». Arma di destabilizzazione – o di dissuasione – contro un avversario minaccioso, «la polizia del buon costume» serve alle volte a difendere il presidente. La Dcri ha così mobilizzato le forze nel 2010 per sapere da dove venivano i pettegolezzi sulla coppia presidenziale. Sospettata, Rachida Dati fu messa sotto sorveglianza. Anche i più fedeli di Sarkozy non sono al riparo da questi meccanismi estremamente efficaci. Gérard Davet e Fabrice Lhomme